La Sacra di San Michele (monumento simbolo del Piemonte dal 1994) si trova in cima a un picco roccioso a circa 30 minuti in auto da da Torino ed è un luogo talmente magico e iconico da aver ispirato romanzi come “il Nome della Rosa”. Alla magia del luogo si aggiungono un paio di leggende interessanti: una che sia stata costruita dagli angeli (dopotutto, come avrebbero potuto tutti quei pesanti materiali da costruzione essere arrivati fin lassù?) e la seconda la leggenda della Bell’Alda chesi gettò da un dirupo e venne salvata da San Michele.
Era davvero tanto tempo che desideravo visitare la Sacra di San Michele. Per anni ne ho ignorato l’esistenza, è stato un mio caro amico a farmela conoscere e dal momento stesso in cui me ne ha parlato, la Sacra è entrata nel mio radar delle “cose da vedere assolutamente una volta nella vita”.
Del resto la Sacra di San Michele potrebbe non essere conosciuta da moltissime persone, ma noi non siamo viaggiatori normali, dobbiamo sempre conoscere luoghi nuovi, giusto?
Ebbene, quello che devi sapere è che nonostante non goda del rimbombo mediatico di altri luoghi, la Sacra di San Michele è sicuramente uno dei luoghi più belli in Italia. Quindi se stai pensando di andarci, non esitare oltre e comincia a pianificare la tua visita.
Ecco tutto quello che devi sapere per visitare la Sacra di San Michele.
In questa pagina:
Come arrivare alla Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele si trova sulla cima del Monte Pirchiriano in Val di Susa, a circa 40 km da Torino e arrivarci è facile: se non hai l’auto, puoi usare il servizio pubblico, arrivarci camminando lungo i sentieri a piedi o in bici, oppure prendere parte a un tour.
Come arrivare alla Sacra di San Michele in auto
Arrivare alla Sacra di San Michele in auto è facile!
Prendi l’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia direzione Frejus ed esci dal casello di Avigliana Centro. Da qui seguire prima le indicazioni per Giaveno Sacra di San Michele, poi per Laghi di Avigliana e Giaveno, infine per Sacra di San Michele. Si arriva ad un parcheggio (piazzale Croce Nera). Dal parcheggio situato al Piazzale Croce Nera per raggiungere la biglietteria della Sacra, è necessario percorrere una strada asfaltata leggermente in salita (800 mt – 15’ a piedi).
Qui sotto c’è la mappa con le indicazioni per arrivare alla Sacra di San Michele in auto da Torino:
Come arrivare alla Sacra di San Michele a piedi
Sono 3 i percorsi che ti pemettono di raggiungere la Sacra di San Michele a piedi.
Il primo sentiero, il più famoso, percorre l’antica mulattiera che collega il comune di Sant’Ambrogio alla Sacra di San Michele. Il percorso si svolge su una mulattiera in parte sterrata e in parte lastricata. Lungo il sentiero, fino alla frazione di San Pietro, sono presenti le 15 stazioni della Via Crucis.
Il secondo percorso è quello che più si addice a chi vuole arrivare alla Sacra di San Michele a piedi ma vuole un percorso tranquillo. Il Sentiero dei Principi, così chiamato, è una mulattiera con circa 300 metri di dislivello, facilmente percorribili in circa un’ora e mezza. Il percorso parte da Frazione Mortera (sopra Avigliana)
Il terzo percorso è solo per escursionisti esperti ed è la Ferrata Carlo Giorda. La ferrata parte da San’Ambrogio e la durata per arrivare in cima è di circa 4 ore.
Come arrivare alla Sacra di San Michele con i mezzi pubblici
La buona notizia è che, se vuoi arrivare alla Sacra di San Michele con i mezzi pubblici, oggi è più facile!
Infatti è stato istituito una navetta shuttle bus che parte ogni domenica mattina alle ore 08.45 da Porta Susa (Torino) per raggiungere direttamente la Sacra con rientro alle ore 13.00. Il servizio è effettuato la domenica mattina da Torino da maggio a fine ottobre.
In alternativa da Torino puoi prendere il treno fino alla stazione di Avigliana e usufruire di un servizio navetta oppure percorrere a piedi il sentiero con le 15 stazioni della Via Crucis. Trovi informazioni e orari su come arrivare alla Sacra di San Michele con i mezzi pubblici dal sito ufficiale a questo link.
Come arrivare alla Sacra di San Michele con un tour
Come hai visto, ci sono un sacco di modi per raggiungere la Sacra di San Michele da Torino. Esiste però un’ultima ottima opzione che è quella di prendere parte a un tour organizzato che include sia il trasporto andata e ritorno in shuttle da Torino, sia la visita guidata all’interno dell’Abbazia.
Allora sarò veramente sincera, basandomi sulla mia esperienza personale (e lo ripeterò anche dopo): visitare la Sacra di San Michele con una guida che ti spiega non solo quello che vedi, ma tutta la simbologia che ci sta dietro (basta pensare al portale dello Zodiaco), ecco ti regala un’esperienza straordinaria e completamente diversa. Tornerai arricchito da informazioni e avere una guida ti aiuterà a capire e non solo a vedere.
Ho trovato una visita guidata con transfer da torino che secondo me vale le pane provare e alla quale credo vada data una chance. Te lo metto qui sotto, dacci un’occhiata perché secondo me è davvero un’ottima opzione!
Biglietti e Orari
Puoi acquistare i biglietti in due modi:
- dal sito ufficiale a questo link
- in biglietteria una volta che arrivi (sconsigliato)
Ci sono 3 tipi fondamentalmente di biglietti di ingresso. Il primo è il biglietto vero e proprio che quindi include l’entrata alla Sacra e basta. In questo modo avrai la libertà di visitare la Sacra di San Michele in totale autonomia.
il secondo è il biglietto con visita guidata che, personalmente ti consiglio: io ho fatto la visita guidata e in effetti quello che spendi in più è ampiamente ripagato dalle informazioni, storie e aneddoti che ti verranno raccontati.
Il terzo biglietto è quello per gli eventi serali: non sempre ci sono, ti consiglio di tenere sott’occhio il sito ufficiale per vedere quando ne programmano qualcuno. Quando ho visitato la Sacra mi hanno detto che è bellissima la Messa di mezzanotte alla Vigilia di Natale, cioè il 24 dicembre. Mi hanno anche detto però che c’è tantissima gente, che si rischia di rimanere fuori e che fa un freddo terribile. Io credo sia un’esperienza meravigliosa, ma valuta alla luce di questo, se vale la pena per te, oppure no.
Per quanto riguarda gli orari della Sacra di San Michele, variano in base ai giorni e alle stagioni.
ORARIO INVERNALE – DA NOVEMBRE A FEBBRAIO
Da lunedì a sabato: orario continuato 9.30-16.30
Domenica: orario continuato 10.30-16.30 (10.00-11.00 Santa Messa)
Giorni festivi (1°novembre, 8 dicembre, 1°gennaio, 6 gennaio): orario continuato 10.30-16.30 (10.00-11.00 Santa Messa)
25 dicembre: 10.30-12.30 /14.30-16.30 (10.00-11.00 Santa Messa)
Chiusura invernale: dal 9 al 31 gennaio 2023, esclusi sabato e domenica
ORARIO ESTIVO – DA MARZO AD OTTOBRE
Da lunedì a sabato: orario continuato 9.30-17.30
Domenica: 9.30-11.30 /13.00-17.30 (11.30-13.00 Santa Messa)
Giorni festivi (Pasquetta, 25 aprile, 1°maggio, 2 giugno): orario continuato 9.30-18.30
AGOSTO
Lunedì – Sabato: orario continuato 9.30 -18.30
Domenica: 10.30-18.30 (10.00-11.00 Santa Messa)
15 agosto: 10.30-18.30 (10.00 -11.00 Santa Messa)
Gli orari aggiornati li trovi qui.
Visite guidate
Come già dicevo prima, prendere una visita guidata alla Sacra di San Michele ti farà vivere un’esperienza molto diversa e molto più interessante.
Se decidi quindi di fare una visita guidata, ho una chicca per te! Qui sotto trovi i riferimenti della guida che ho avuto io, Donatella, che è veramente bravissima!
Puoi scriverle a questa mail oppure andare sul sito www.guidesinturin.it
Come ti dicevo prima comunque, se invece vuoi un pacchetto completo che includa anche il trasporto di andata e ritorno da Torino, il tour guidato e il biglietto puoi prenotarlo qui.
La visita guidata della Sacra di San Michele dura circa un’ora e mezza.
Storia della Sacra di San Michele
La fondazione della Sacra di San Michele risale tra il X e l’ XI secolo quando ebbe luogo una rinascita del monachesimo subalpino, testimoniato appunto dalla costruzione di un nuovo monastero a 962 metri di altezza, sul monte Pirchiriano.
Il nome Pirchiriano deriva da “Porcariano”, monte dei porci, così come i vicini monti Caprasio, o delle capre e Musiné, o dei muli. Ma per la sacralità del luogo in passato Pirchiriano si faceva derivare dal greco con il significato di “monte del fuoco”. Questa denominazione rifletteva il culto dell’arcangelo Michele, angelo della luce.
La fondazione della Sacra non non è databile in modo preciso. Il libro storico più antico che parla della fondazione dell’abbazia, è il Chronicon Coenobii Sancti Michaelis de Clusa, datato nel secolo XI e scritto, almeno in parte, dal monaco Guglielmo. Secondo il monaco Guglielmo, la fondazione dell’Abbazia è nel 966 e, sempre secondo lui, alla sua costruzione presero parte un sacco di personaggi llustri.
Gli studiosi invece fanno risalire la fondazione al 983 – 987 per volere di Ugo d’Alvernia, detto Ugone lo Scucito, mentre la consacrazione del vescovo Amizone risalirebbe al 998-1002.
Nel X secolo Ugo D’Alvernia, signore di Monboissier scese a Roma per incontrare Papa Silvestro II e chiedere l’assoluzione dei suoi numerosi peccati. Il papa lo assolse ma in cambio per espiare doveva fare una scelta: o costruire un monastero oppure andare per 7 anni in esilio. Di ritorno in Francia Ugo passò per la Valle di Susa e qui scelse il monte Pirchiriano per edificare il monastero sul quale si trovava già una piccola comunità di eremiti.
La storia più remota del Monte Pirchiriano non si conosce molto bene: la sua posizione e il ritrovamento di alcuni reperti storici fanno supporre che all’inizio qui si trovasse un presidio militare di origine romana. Non si sa neanche con esattezza quale fosse la prima chiesa costruita per volere di Ugone.
I monaci ingrandirono la chiesa all’inizio del secolo XI ed elevarono tre cappelle, che divennero cripte, ed estesero la chiesa ad occidente fino al limite della montagna. Costruirono 2 pilastri con base nella roccia e eressero la facciata.
Verso la fine del secolo XI, quando Benedetto II era abate, la chiesa fu ingrandita con la costruzione di un muraglione creando uno spazio che oggi viene chiamato “Paradiso” o “Coro vecchio” ed era usato per le sepolture. Infatti qui abbiamo l’affresco che rappresentala predica dei Morti, forse databile al 1200.
Sempre alla fine del secolo XI avvenne la costruzione del “Sepolcreto dei Monaci” e il monastero detto “Nuovo” , che si chiude con la “Torre della Bell’Alda”. Il monastero era alto 3 piani ed era composto da 5 muraglioni paralleli. Durante lo stesso periodo vennero innalzate opere difensive (la foresteria, che forse era per un presidio militare) e la porta di ferro.
Nel XII secolo, sotto l’abate Ermengardo ci sarà un altro ampiamento della chiesa verso est, con la costruzione di un basamento che sporge di 12 metri nel vuoto. Lo scalone dei Morti si trova sotto a quest’ingrandimento.In cima alla scala si trova la Porta dello Zodiaco.
La Sacra raggiungerà il suo apice nel XIV secolo, per poi cominciare una veloce decadenza che sfocerà con il 1379, quando l’abate Pietro di Fongeret verrà scomunicato e l’abbazia data in commenda. Nel 1622 la vita monastica della Sacra verrà soppressa. I pochi monaci rimasti si unirono ai canonici di Giaveno.
Di qui, comincia l’abbandono. Il ritorno della vita religiosa si deve a Carlo Alberto, che nel 1835 prende accordi con Antonio Rosmini ed i Rosminiani salirono alla Sacra, dove ci sono ancora oggi.
Ulteriori danni saranno dovuti al terremoto del 1885-1886. L’opera di recupero comincerà a partire dal 1889 e terminerà solo nel 1940.
Cosa vedere alla Sacra di San Michele
Il Sepolcro dei Monaci
Il Sepolcro dei Monaci è la prima tappa della tua visita alla Sacra di San Michele. Si trova, infatti, proprio prima dell’ingresso dell’Abbazia. Questo antico tempietto di forma ottagonale e ormai in rovina, per lungo tempo è stato considerato una cappella cimiteriale.
Oggi, però, si ritiene che fosse più verosimilmente una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme, una sorta di anticipazione di ciò che i pellegrini avrebbero potuto osservare una volta arrivati in Terra Santa. La costruzione di quello che viene chiamato Sepolcro dei Monaci risale al X secolo. Il suo declino iniziò intorno al 1661.
Le Foresterie
Proseguendo la visita incontrerai le foresterie. Si tratta di due edifici separati: la Foresteria Grande e la Foresteria Piccola.
La Foresteria Grande fu costruita attorno alla fine dell’XI secolo quando all’interno dell’abbazia venivano ospitati numerosi pellegrini che, percorrendo la via Francigena, la raggiungevano per trovare ristoro fisico e spirituale. L’edificio che è possibile osservare oggi è in realtà una ricostruzione recente (risalente alla fine dell’Ottocento).
È curioso sapere che durante l’opera di restauro è stato fatto un errore abbastanza significativo: osservando la Foresteria Grande, infatti, potrai notare sulla sua sommità una merlatura a coda di rondine. Questa generalmente era tipica dello stile ghibellino. La Sacra di San Michele, però, essendo legata al papato avrebbe dovuto avere una merlatura guelfa e, quindi, a forma di parallelepipedo semplice.
La Foresteria Piccola, invece, era probabilmente un luogo di servizio di cui ancora non si è riusciti a definire la destinazione d’uso.
L’ingresso e la Statua di San Michele
A questo punto avrai raggiunto l’ingresso dell’abbazia e di certo rimarrai senza parole di fronte alla sua imponenza.
Ti ritroverai di fronte ai 41 metri d’altezza della facciata della Sacra di San Michele caratterizzata dalla Loggia dei Viretti, un magnifico esempio di loggia absidale romanica. Fermati un secondo a pensare al fatto che i monaci lavorarono al basamento della chiesa nel XII secolo: non è stupefacente?
Nei pressi dell’ingresso si trova, dal 2005, una particolare statua di San Michele Arcangelo ideata dallo scultore Paul dë Doss – Moroder. La statua ha vinto il concorso nazionale indetto dalla Sacra per la realizzazione di una scultura ispirata all’Arcangelo Michele.
Alta oltre 5 metri e appoggiata su uno spuntone di roccia, la scultura, secondo le stesse parole dell’autore, rappresenta San Michele in chiave moderna come “l’Arcangelo del Bene, che sconfisse il Male”.
L’artista descrive così la sua opera : “San Michele Arcangelo fu l’Arcangelo del Bene, che sconfisse il Male: la mia statua vuole rappresentare soprattutto questo, nel nostro mondo infedele alla Pace”. L’opera si compone di due parti: in una, San Michele Arcangelo sta sulla roccia viva, la stessa su cui è eretta l’Abbazia, vincitore del Bene per la Pace e Portatore della Parola di Dio; nell’altra, le ali dell’Angelo del Male, sconfitto, sprofondano nelle tenebre ai piedi della roccia sporgente. L’Arcangelo è anche Custode del Regno di Dio, che simbolicamente si apre nella parete alle spalle della scultura.
Lo Scalone dei Morti
Proseguendo arriverai alla Scalone dei Morti la cui costruzione risalirebbe al XII secolo.
Il nome deriva dal fatto che qui, nella nicchia centrale, fino al 1936 erano custoditi alcuni scheletri dei monaci. Il nome si deve al fatto che nelle nicchie venivano posti i corpi dei monaci morti che, per il freddo, si mummificavano. Dunque il pellegrino, ascendendo la vetta, in un viaggio simbolico verso Dio, vedeva i corpi dei defunti.
L’atrio, infatti, fu a lungo luogo di sepoltura per personaggi illustri e abati.
Noterai, subito dopo i primi gradini, un enorme pilastro alto circa 18 metri: si tratta di una colonna portante che sostiene il pavimento soprastante della chiesa.
Sulla destra, invece, non faticherai a distinguere uno spuntone di roccia che diventa un tutt’uno con il muro: si tratta della montagna su cui è costruito il Santuario.
In cima alla scala si trova la Porta dello Zodiaco.
Il Portale dello Zodiaco
Terminato lo Scalone ti ritroverai di fronte al cosiddetto Portale dello Zodiaco, un’opera in stile romanico scolpita da Nicolao, celebre architetto e scultore piacentino.
Il nome del Portale deriva dal fatto che sulla facciata che dà verso lo scalone sono scolpiti i 12 segni zodiacali (sulla destra) e le costellazioni australi e boreali (sulla sinistra).
Gli Archi Rampanti
Una volta che avrai superato il Portale dello Zodiaco proseguirai lungo l’ultima rampa di scale che conduce alla Chiesa. Ti consiglio di alzare lo sguardo perché sopra di te potrai notare i quattro imponenti contrafforti e archi rampanti progettati da Alfredo D’Andrade che furono ultimati nel 1937.
L’architetto, per erigerli, decise di demolire una serie di ambienti coperti più antichi. In questo modo riuscì a far fronte all’instabilità che caratterizzava la parete sud della Chiesa.
Il Portale d’ingresso
Ora sarai giunto davanti al Portale d’ingresso della Sacra.
Questa magnifica opera risale ai primi anni del 1000, ma è ancora oggi attuale e capace di comunicare un senso di benvenuto difficile da spiegare a parole.
I battenti della porta, invece, risalgono al 1826 e raffigurano le armi di San Michele e il diavolo con corpo di serpente e il volto umano.
La Chiesa
Varcato il portale sarai finalmente giunto all’interno della Chiesa. Il Santuario è prevalentemente in stile gotico – romanico ed è il risultato di numerosi interventi e rifacimenti.
Nella parte dell’abside e nella prima arcata si notano elementi romanici, mentre nelle arcate successive, invece, si può parlare di stile romanico di transizione. Infine, nella decorazione del finestrone dell’abside centrale e nelle due finestre delle navate minori si può parlare di stile gotico. È curioso sapere che l’abside è orientata verso il punto esatto in cui sorge il sole il 29 Settembre, il giorno della festività di San Michele.
Tra le cose da vedere all’interno della Chiesa ti segnalo il primo pilastro a sinistra della navata centrale. Qui, infatti, affiora per 15 centimetri la cima del monte Pirchiriano.
Molto interessante è anche il finestrone absidale dove si ritiene siano raffigurati i profeti maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele) e sulla cui base si distingue, invece, la scena dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria.
Ai lati del finestrone si trovano quattro semicolonne sovrastate dalle figure dei quattro evangelisti con i loro simboli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni).
Alcuni degli affreschi e dipinti sono andati perduti, come quello sulla porta di ferro che raffigurava San Michele. All’interno della chiesa a sinistra trovi un grande affresco dell’inizio del 1550, con la Dormitio di Maria. L’autore è Secondo del Bosco da Poirino e il committente Giovanni da Monfalcone, abate alla Sacra. Quasi tutti gli affreschi sono di Secondo dal Bosco, come il San Cristoforo. La leggenda della fondazione e consacrazione della Sacra è copia settecentesca di un dipinto del 1500.
Il Coro Vecchio
Sul fondo della Chiesa si apre un ambiente denominato “Coro Vecchio”. Si tratta di ciò che rimane della Chiesa più antica, quella risalente al X secolo e all’intervento del conte francese Hugon di Montboissier, detto “Ugone”.
Al suo interno, oggi, sono custoditi dieci dei sedici sarcofagi di pietra contenenti le salme dei principi di casa Savoia che furono traslate qui dal Duomo di Torino il 25 ottobre 1836. Re Carlo Alberto, infatti, le consegnò in custodia insieme all’intera abbazia, ai religiosi rosminiani.
All’interno del Coro Vecchio sono conservate anche alcune delle più preziose opere d’arte della Sacra di San Michele. Tra queste, ad esempio, il Trittico di Defendete Ferrari, il capolavoro più prezioso, e il Grande Affresco dell’Assunzione, dalle dimensioni impressionanti (6,50 x 4 m).
Da osservare con attenzione anche l’Affresco della Leggenda che racconta la storia intrecciata al mito della costruzione del Santuario.
Infine, non dimenticarti de La Deposizione di Gesù dalla croce e predica dei morti dove, osservando la parte inferiore della scena, potrai notare curiosamente la raffigurazione di due scheletri che predicano a un gruppo di fedeli.
Le Rovine
Uscendo dalla Chiesa e raggiungendo la parte settentrionale del complesso, oggi quasi completamente in rovina, potrai aggirarti tra imponenti ammassi di pietre, pilastri, muraglioni, archi e barbacani. Si tratta di ciò che rimane del Monastero Nuovo per il quale furono costruite numerose strutture per la vita di decine e decine di monaci: celle, biblioteca, cucine, refettorio e officine.
Purtroppo quest’area cadde in rovina dapprima nel 1629 a causa del passaggio delle truppe francesi del generale Nicolas de Catinat. Successivamente il degrado continuò durante l’Assedio di Torino del 1706.
La Torre della Bell’Alda
Tra le rovine merita un cenno di approfondimento la Torre della Bell’Alda, un torrione a strapiombo sul precipizio del monte che si trova al termine del muraglione perimetrale.
La leggenda racconta di una fanciulla, Alda, che per sfuggire alla cattura di alcuni soldati di ventura si gettò dalla torre invocando l’aiuto di San Michele e della Vergine. La giovane, salvata dagli angeli e rimasta illesa, per dimostrare ai compaesani ciò che le era successo, forse avida di fama e di denaro, decise di ripetere il salto nel burrone. Questa volta, però, l’Alda non venne salvata e trovò solamente un’orribile morte.
Le Sale di Casa Savoia
All’interno dell’Abbazia sono state riprodotte le antiche sale di rappresentanza di Casa Savoia con decori e arredi d’epoca. Molto affascinante l’allestimento dell’appartamento reale con il suo balcone appoggiato sulle mura del Monastero Nuovo.
Il Museo del quotidiano
Infine, al piano d’ingresso del Monastero Vecchio è possibile visitare un piccolo Museo del quotidiano. Qui troverai oggetti e strumenti di lavoro d’uso quotidiano di epoche passate e ormai caduti in disuso o, addirittura, dimenticati.
Questi arnesi sono stati raccolti qui per ricreare veri e propri ambienti di lavoro come quelli del falegname o del fabbro.
Consigli per visitare la Sacra di San Michele
Con questi consigli (dopo la mia esperienza personale) la tua visita alla Sacra di San Michele sarà molto più piacevole:
- Indossa scarpe comode (da ginnastica): avrai da camminare durante la tua visita. già dal parcheggio all’entrata ci sono 10 minuti buoni in salita che dovrai percorrere. Lo Scalone dei Morti è davvero ripido e gli scalini a volte un po’ sottili: è fondamentale indossare scarpe comode che non ti facciano scivolare. I tacchi sono sconsigliati.
- Vestiti adeguatamente: sei in un luogo comunque di culto e bisogna portare rispetto. all’entrata c’è un cartello che dice quale abbigliamento è accettato e quale sarebbe meglio evitare. Jeans e maglietta vanno bene. Evita di andarci mezza nuda.
- Porta la tua macchina fotografica: farai una marea di fotografie, il posto è davvero bellissimo. L’ideale sarebbe avere una macchina fotografica con grandangolo, ma se non lo hai, il cellulare può andare bene.
- Non portare il drone: non portarlo perché non potrai farlo volare. A meno che tu non ti metta d’accordo prima, è severamente vietato utilizzare droni alla Sacra di San Michele.
- Ci sono un bar e dei bagni pubblici alla Sacra di San Michele, dove potrai rifocillarti, bere qualcosa, rilassarti e andare in bagno. Se hai dimenticato di portare l’acqua con te, ci sono anche alcuni chioschi nel parcheggio delle auto.
- Prendi una visita guidata. Io ti consiglio questo tour da Torino: tour medievale della Sacra di San Michele
Mimì
È da una vita che sto pensando di andarci! Il tuo articolo è davvero una guida completa alla visita della Sacra di San Michele.
Lo utilizzerò per visitare questi luoghi!
Emarti
Grazie! Vai, è davvero bellissima!
Dr Tazio Carlevaro
Congratulazioni per le informazioni, e la modalità di presentarle. Fanno venire la voglia di andarci.
T.C., ex guida turistica.
Emarti
Grazie mille dott!