Certi viaggi nascono davvero per caso: è così che è nato il mio viaggio in Marocco, tre giorni appena sufficienti ad avere un assaggio dei colori e dei profumi di questo bellissimo paese.
Ogni giorno puntualmente sondo i vari siti web delle compagnie aeree per trovare lo spunto e naturalmente la giusta occasione per una nuova destinazione.
A differenza di sempre stavolta l’occasione giusta mi capita sotto le mani quasi subito: Combinazione RyanAir Pisa – Fez, Marocco, A/R a meno di 40 euro, tasse incluse.
Il volo dura quasi 3 ore: l’impatto del carrello con l’asfalto della pista e il successivo sobbalzo del boeing 737 mi risvegliano dal torpore annunciandoci che finalmente siamo arrivati a destinazione.
Sopra la città di Fez le nuvole color acciaio si accalcano prepotenti, ma il sole trova un varco tra esse e coi suoi raggi crea una luce calda che accarezza i contorni del paesaggio.
In questa pagina:
Consigli per visitare il Marocco in 3 giorni
Il tempo di percorrenza dall’aeroporto di Fez alla città è di circa 35 minuti in taxi e se si va in autobus di circa 45 minuti, ma il bus è sconsigliato.
Il modo migliore per andare dall’aeroporto di Fez al tuo hotel (o alla Medina) è quello di prendere un taxi oppure un trasferimento privato come questo qui.
Per la notte a Fez noi abbiamo alloggiato al Riad 53 che si trova dentro la Medina e lo abbiamo prenotato online prima di partire. In alternativa un posto fantastico è l’elegante Fes Marriott Hotel Jnan Palace. Questo hotel a cinque stelle dispone di camere bellissime e spaziose, tre ristoranti, tre bar e tanti piccoli lussi.
Se decidi di percorrere questo nostro stesso itinerario, dovrai noleggiare una macchina. Se invece vuoi solo visitare Volubilis e Moulay Idriss puoi arrivarci in bus. In alternativa puoi prendere parte a due tour organizzati che partono da Fes:
- –> Escursione privata a Volubilis, Moulay Idriss e Meknes
- –> Escursione privata a Sefrou, Bhalil, Ifrane e Azrou
Ricordati di fare sempre un’assicurazione di viaggio. L’assicurazione di Heymondo è quella che io consiglio e la puoi acquistare qui con il 10% di sconto.
Vestiti in maniera appropriata, visiterai anche zone più rurali e più conservatrici: per avere qualche informazione in più leggi il mio post su come vestirsi in Marocco.
Tappe del nostri itinerario di 3 giorni in Marocco
Qui sotto trovi il nostro itinerario in Marocco con le tappe e i luoghi che abbiamo visitato.
Giorno 1: Fez e la sua Medina
Fez o Fes, fondata ai primi dell’800, è la città imperiale più antica del Marocco e la sua medina Fes el Bali è una delle aree pedonali più estese al mondo: è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Dopo esserci messi in hotel, usciamo e ci sediamo nel primo e unico ristorante/bottega/bancarella aperto, ordiniamo due coche e due piatti di spiedini, che ci vengono serviti con verdure cotte e riso, per la spesa totale di 96 Dirham (meno di 10 euro in due).
Soddisfatti ce ne andiamo a letto, stanchi ma contenti, domani sarà il giorno di visita della Medina, l’unica giornata intera che dedicheremo a Fez: è d’obbligo l’alzarsi presto per poter vedere il più possibile di questa città che viene definita il cuore sacro e pulsante di tutto il Marocco.
Leggi per approfondire il mio post su cosa vedere a Fes in un giorno.
Guardando i tetti dall’alto della terrazza, la Medina sembra dormiente sotto il sole caldo e il colore delle case le rende un aspetto sbiadito, quasi stanco.
Ma è girovagando per le arzigogolate viuzze che si osserva il vero cuore della città, nelle antiche e polverose botteghe in cui fabbri e pellai svolgono mestieri antichi ormai da tempo dimenticati, nei portoni riccamente intarsiati, nelle moschee sacre e nei canti coranici, nei bimbi che si offrono di guidare i turisti sperduti nella speranza di guadagnarsi una moneta, nelle donne avvolte nel velo, nei rari raggi di sole che riescono a penetrare il buio degli stretti vicoli, nei piccoli negozi, nelle mille splendide ricche fontane, nei bar popolari e nel profumo del tè alla menta, nei gatti, nelle lampade coloratissime.
Ci addentriamo nelle viuzze strette e tortuose di Fes el Bali girovagando su e giù, i negozianti che ci vedono passare cercano di attirarci dentro le loro botteghe, visitiamo la famosa e splendida medersa Bou Inania e facciamo la classica foto di rito di fronte alla porta di Bab Boujeloud una degli antichi ingressi della città.
Il resto della giornata è già dedicata alla visita delle famosissime, nonché famigerate, concerie. La pratica della concia delle pelli è una tradizione millenaria e ancora oggi viene tramandata di padre in figlio: i lavoratori sono ancora organizzati in corporazioni di stampo medioevale e medioevali sono anche le condizioni di sicurezza mentre i vapori delle tinture in cui gli operai sono costretti a stare immersi per ore fino alle ginocchia compromettono la salute anche dei più giovani.
Il sole è alto nel cielo e per trovare un riparo dal caldo soffocante decidiamo di fare anche una visita al museo Batha, famoso per le ceramiche.
Dopo il caos della Medina affollatissima e le concerie passeggiare nel bel giardino fresco del museo è veramente un’ottima scelta.
Giorno 2: Volubilis, Moulay Idriss, Azrou
Stamattina alle dieci siamo già pronti e in attesa che l’agenzia ci porti la macchina che abbiamo scelto. Il ballottaggio era tra la macchina ed il Grand Taxi ma ha vinto la prima perché ancora non sappiamo se torneremo a Fez stanotte.
L’auto che diventerà fedele compagna per i prossimi due giorni è una Kia Picanto arancione fiammante sotto lo strato di polvere che la ricopre, a guardarla neanche troppo attentamente si vede che ha qualche riga e qualche km di troppo ma tutto l’assieme è in condizioni accettabili.
Volubilis
L’arrivo a Volubilis è verso l’una. Il poco traffico, i bellissimi paesaggi che attraversiamo e le condizioni dignitose dell’asfalto rendono la nostra strada molto piacevole. Posteggiamo praticamente davanti al cancello arrugginito del sito archeologico (entrata 20 DHM a testa).
Volubilis è uno dei luoghi di interesse archeologico più significativi del Marocco e io ci tenevo tantissimo a visitarla.
Non riusciamo a fare neanche una decina di passi che correndo col fiato grosso ci raggiunge una delle onnipresenti guide per offrirci le sue spiegazioni sulla città.
Ci lasciamo convincere, queste persone hanno davvero bisogno di lavorare ora che la crisi che sta attraversando il mondo arabo ha ridotto il turismo quasi all’osso, inoltre la mia Lonely Planet dice che le guide di Volubilis che si presentano all’entrata sono molto preparate.
Decisione azzeccata: nonostante il sole cocente che picchia in testa, la spiegazione sarà piacevole e i 150 DHM che gli lasceremo in fondo per noi non sono molto, per lui si.
Volubilis fa parte dei siti protetti dall’UNESCO. È un luogo dove troverai bellissime colonne e mosaici ben conservati.
Mentre altri siti storici intorno a Meknes mancano di mostre e informazioni, qui ci sono pannelli informativi che spiegano lo scopo e la storia di ogni parte dell’antica città romana. Proprio all’ingresso del sito c’è anche un piccolo ma attrezzato museo che documenta l’intera storia delle rovine.
Tra le cose che si trovano a Volubilis, da non perdere c’ è sicuramente la Basilica. Completata all’inizio del III secolo, la basilica era il cuore amministrativo della città. La ricostruzione è avvenuta nel 1965 e ora consiste in una fila di alti archi ed è uno dei punti più interessanti delle rovine
Dedicato a Giove, Giunone e Minerva, il tempio Capitolino fu restaurato per la prima volta nel 1955 con ulteriori lavori eseguiti nel 1962. Puoi salire i 13 gradini fino alla piattaforma rialzata circondata da massicce colonne corinzie.
Svettante sopra le rovine non puoi perderti l’Arco di Trionfo. Si trova all’estremità occidentale del Decumanus Maximus – un’ampia strada principale fiancheggiata su entrambi i lati dai resti delle dimore dell’élite cittadina – e si affaccia sulla fertile pianura sottostante .
L’arco fu costruito nel 217 per onorare l’imperatore Caracalla e sua madre Julia Domna (ma purtroppo furono entrambi assassinati prima che l’arco fosse completato).
Lungo il decumano si trovano i resti di numerose case romane e patrizie decorate con complessi mosaici policromi, alcuni dei quali in ottime condizioni di conservazione.
Tra questi va assolutamente citato il bellissimo mosaico ben conservato che raffigura le 12 Fatiche di Ercole.
Moulay Idriss
Da Volubilis in qualche minuto si giunge alla famosa Moulay Idriss, che merita senz’altro una visita.
Moulay Idriss è considerata la città più santa di tutto il Marocco. Infatti, fino al 2005, i non musulmani non potevano pernottare in città.
I non musulmani non possono entrare nel mausoleo di Moulay Idriss, ma vale la pena dare un’occhiata all’ingresso che si trova in cima alla piazza principale.
Dopo aver visto l’ingresso del mausoleo, puoi goderti una vista a volo d’uccello dall’alto. Cerca “La Petite Terrace” o “La Grande Terrace” per avere viste spettacolari della città dall’alto.
Le due Terrazze non sono facilissime da trovare, ma probabilmente come noi troverai alcune persone in città che ti si avvicinano per mostrarti la strada (per un consiglio ovviamente) oppure puoi tentare la fortuna vagabondando per i vicoli tortuosi da solo.
La giornata sta giungendo in fretta al termine qui sul Medio Atlante marocchino, decidiamo di fermarci a dormire nella cittadina Berbera di Azrou.
Azrou
La cittadina (il cui nome significa “grande roccia” per l’enorme roccia che ne segna il confine occidentale ) è piccola, ma carina, circondata da foreste di querce , pini e cedri e da grandi prati.
Essendo il luogo principale della regione per il commercio e la vita sociale, gli abitanti dei villaggi delle aree circostanti vengono ad Azrou per fare la spesa qui e rendono questo piccolo paese uno dei posti migliori per sperimentare una vera e propria immersione nella cultura marocchina.
Come Ifrane (che visitiamo il giorno successivo), l’architettura di Azrou è unica in quanto uno dei pochi luoghi in tutto il Paese in cui si possono vedere edifici con tetti inclinati. Il design dei tetti è pensato per accogliere le forti nevicate nei mesi invernali.
Il nostro ostello si chiama hotel Salam, è proprio in una piccola via parallela alla piazza principale di Azrou e ha camere piccole, in stile berbero ma molto pulite e confortevoli. Peccato per il gran caldo invece che avrò alla notte e che mi impedirà di dormire (Hotel Salam camera doppia DHM 200 con bagno in comune).
Alla sera usciamo per mangiare un panino, la piazza è piena di gente e di musica e di locali in cui bere qualcosa seduti sotto le stelle. Azrou è davvero una bella sorpresa.
Giorno 3: Azrou, sorgenti de L’Oum Er rBia, Ifrane, Route del Lacs, Fez
Dopo un’ottima colazione in un bar nella piazza centrale (due brioche 2 spremute d’arancia 1 cappuccino DHM 37) Abbiamo lasciato Azrou stamattina, quando l’aria è ancora frizzante il cielo è punteggiato dalle stelle accese della sera prima.
Man mano che procediamo verso sud, le infinite distese di cedri e pini lasciano il posto a distese pianeggianti di erba e rocce e anche la frescura del bosco si ritira in favore del caldo, ma il paesaggio è ugualmente splendido allo sguardo.
I bambini sostano sulla strada chiedendo monetine alle macchine che passano con occhi grandi e infinitamente tristi, inconsapevoli alla loro età che esiste una vita in cui non c’è fame, perché non hanno vissuto altro che quella.
La tristezza e lo sgomento provati non mi lasceranno per tutti i prossimi giorni e anzi mi accompagneranno per molto tempo ancora, infidi sotto la superficie, pronti a venire a rispuntare in quei momenti della vita normale in cui, sola a casa, ripenso ai miei viaggi e alle tante persone incontrate.
Sorgenti de L’Oum Er-Rbia
Chiusi in un silenzio tra il riflessivo e l’angosciato, finalmente giungiamo alle sorgenti de L’Oum Er-Rbia, considerate da molti le cascate più belle di tutto il Marocco.
Lungo il fiume che scorre impetuoso, rimbalzando e spaccandosi in spruzzi sulle rocce rosse, sono state costruite una serie di terrazze coperte sotto le quali è possibile ripararsi dal gran caldo e bere qualcosa sdraiati sui tappeti, ma il tempo stringe e non possiamo fermarci a lungo.
Ritorniamo dunque verso nord fino ad Azrou dove, poco dopo aver imboccato la deviazione per IFrane ci fermiamo nella foresta di cedri Cedre Gouraud.
La foresta prende il nome da un gruppo di enormi cedri morti, attorno ai quali sono raccolti tavoli da picnic e chioschi dove puoi trovare snack e cose da bere. Percorrendo i suoi sentieri potrai avvistare sicuramente i macachi berberi.
I macachi berberi sono una specie di primati in via di estinzione molto abituata alla presenza dell’uomo.
Quando sei nella foresta con le scimmie, le guide ti istruiranno sulle tecniche di rilevamento utilizzate per calcolare la popolazione di scimmie. Puoi saperne di più sul comportamento delle scimmie mentre queste vagano intorno ai tuoi piedi. Tutti i proventi supportano le comunità locali, il personale e gli sforzi di conservazione della popolazione dei macachi berberi.
Vorrei dirvi che sono bestioline docili e carine se non fosse che una mi ha aggredita e mi si è attaccata ai pantaloni con dei denti che non vi dico: ho passato 5 minuti buoni saltellando per il bosco per scrollarmi di dosso questa dolce bestiola.
Ifrane
Sono eccitata all’idea di vedere la cittadina di IFrane, costruita dai Francesi, di cui la mia LP parla molto bene e che è famosa per essere una rinomata stazione sciistica, trovandosi a quasi 1800 metri di altezza.
Ifrane fu costruita durante il protettorato francese dai francesi come stazione collinare o “casa lontano da casa”. Non solo gli edifici sono stati progettati in uno stile simile ai villaggi alpini francesi, ma sono state anche importate piante e alberi per dare alla città un’atmosfera europea.
Il nome invece è preso dalla lingua locale Amazigh Tamazight e significa grotte.
Ifrane è la sede dell’Università Al Akhwayn, l’unica università di lingua inglese del Marocco: ovunque andrai sentirai parlare inglese, così come il francese.
Al centro della città c’è la statua di un leone molto famosa. Non importa a che ora del giorno ci arrivi, vedrai le persone in fila per scattare una foto. Mi chiedevo quale fosse il significato della statua ma non riesco a trovare assolutamente nulla al riguardo!
Si dice che sia stato scolpito da un prigioniero di guerra italiano durante la seconda guerra mondiale (Ifrane ospitava una prigione per prigionieri di guerra), ma ci sono altre affermazioni che risalga al 1936 e forse sia stato scolpito da un legionario francese.
L’entusiasmo provato fino ad adesso scompare quasi immediatamente appena arriviamo al centro del paese, lasciando il posto alla sensazione che Ifrane sia un paesino il quale, sia il fatto che sia frequentato dalla giovane aristocrazia locale e sia la presenza della neve in inverno, hanno trasformato in un posto anonimo che coi suoi tetti rossi e spioventi e le sue auto di lusso vuole avere la presunzione di assomigliare più ad un paese della Svizzera che ad uno del Marocco.
Probabilmente, se decidete di visitare Ifrane in inverno vivrete completamente un’altra esperienza grazie alla collina di Michlifen. Qui si può andare in slitta e se c’è abbastanza neve puoi sciare giù per la collina (c’è anche uno skilift). Basta non aspettarsi troppo! La gente del posto noleggia slittini e attrezzatura da sci.
Route des Lacs
Dopo un pranzo consumato di fretta ci rimettiamo in macchina alla volta della Route des Lacs un percorso turistico di circa una sessantina di km che fiancheggia le rive di ben tre laghi (di cui noi ne vedremo solo due, il terzo, il Dayet Hachlat non lo troviamo).
Gli altri due laghi sono molto belli. Il lago Dayet Aoua, è circondato da alberi frondosi e prati di erba verde, mentre Dayet Ifrah è caratterizzato da rive più aride, per nulla affollato, con come unico frequentatore qualche cavallo che, tranquillamente, pascola sulla riva, mentre intorno migliaia di papaveri rossi dondolano al soffio di un leggero vento.
Finalmente arriviamo di nuovo a Fez. Torniamo al nostro riad e ci prepariamo per la cena. Stasera per festeggiare la fine del nostro viaggio di tre giorni andiamo a mangiare in un posto che ci viene consigliato.
Il ristorante Zen Garden è considerato tra i migliori di Fez, fa cucina francese ed è più costoso della media, ma siamo all’ultima sera del nostro viaggio e vogliamo festeggiare… si che abbiamo mangiato filetto, ma ormai siamo talmente abituati a spendere poco che la cifra ci sembra esorbitante.
Dopo cena facciamo una passeggiata nella parte nuova della città (la Ville Nouvelle) . Il viale è bello, pulito e ben tenuto, peccato che di tutte le fontane che ci sono (e sono tante) non ne abbiamo vista in funzione neanche una (scopriremo in seguito che le tengono spente perché sono troppo care da mantenere)
Juri
Ciao Martina.
Davvero un ottimo post sul Marocco “mordi e fuggi”.
Stavo pianificando di fare lo stesso lo scorso dicembre, sempre da Pisa a Fez, ma non ho trovato un mezzo di trasporto che mi riportasse dove lavoro giusto in tempo per non sprecare un ulteriore giorno di ferie che a fine anno è merce rara :-)
Ovviamente è tutto solo rimandato di qualche mese ed assolutamente non cancellato.
Domande:
1) avete girato la medina di Fez senza una guida ? Ho capito bene ? Quindi significa che è fattibile ? Si leggono storie molto contrastanti su Fez, sui “modi di fare” dei commercianti che non sempre rientrano nei canoni dell’educazione (addirittura al punto di generare paura nei turisti ed anche in persone che “girano di mestiere”), oppure anche solo di gente che dice che in quel dedalo di viuzze non si riuscirà mai a vedere tutto in totale autonomia.
2) Avete preso una macchina in affitto per le località più distanti che alla fine si è rivelata una scelta azzeccata: mi pare di aver letto che non avete avuto alcun problema e nessuna sensazione di pericolo per strada, dico bene ? Perdonami la domanda che può sembrare stupida, ma nelle precedenti volte in cui sono stato in Africa (Egitto, Kenya, Zanzibar) sono sempre andato in giro con escursioni organizzate (anche dai Beach Boys locali e non necessariamente dagli operatori classici) ma mai guidando autonomamente. Ricordo che ogni tanto (o ogni poco…per meglio dire) c’erano posti di blocco della polizia. Per carità, niente di eclatante se uno è in regola e soprattutto in buona fede, ma credo sia sempre bene essere preparati. E’ lo stesso anche in Marocco o la situazione è migliore ?
Grazie in ogni caso e complimenti come sempre…
martina santamaria
Ciao Yuri!! Intanto grazie per il commento :)
Allora sì, noi avevamo girato senza una guida, ma su una cosa hai ragione, i commercianti possono essere fastidiosi. Io dopo l’esperienza dei 10 mesi in cui ho vissuto in tunisia ho imparato una cosa: quando mi chiamano vado dritta senza guardarli. Ogni tanto ti gridano dietro qualche insulto, ma voi fate finta di niente se no è un continuo discutere e litigare.
noi abbiamo preso l’auto e l’unica sensazione che abbiamo avuto di pericolo sono stati gli incidenti in città perchè in Marocco non guidano molto bene e si infilano ovunque. Ma appena uscite dalle città si guida abbastanza bene. Come sempre la prudenza è una buona compagna di viaggio :)
Si ci sono posti di blocco e se ti fermano non ti preoccupare se ti chiedono la marchetta, è abbastanza normale. Purtroppo spesso la polizia è corrotta ma basta allungargli 10 euro e va tutto a posto. a me personalmente non è successo, ma a mio fratello sì e non una volta sola :D
Ti ringrazio davvero e se hai altre domande io sono qui :)
a presto e buon viaggio!
Pietro
Ciao Martina :) ti faccio i complimenti per il bellissimo reportage!
Fez è in lista da un pó, ma non mi sono mai convinto del tutto. Peró è un viaggio che prima o poi vorrei fare! Ho sentito che è molto più marocchina e meno turistica di Marrakech, me lo confermi?
Dalle foto e dal tuo articolo direi che ne vale la pena. ;)
martina santamaria
Ciao Pietro!! Fez è il cuore vero del Marocco e sono sicura che ti piacerà! Si secondo me ne vale la pena anche solo per starci un paio di giorni, se ne hai di più puoi fare il giro che abbiamo fatto noi. Io a Marrakesh vado a fine mese forse …la risposta alla tua domanda te la do appena torno :) :) :)
Un abbraccio e buona Fez!
www.narrabondo.com
Ciao Martina,
era da parecchio che non ti leggevo e mi andava di leggere qualche tuo post non recentissimo. Secondo me Fez è la città più genuina del Marocco turistico. Ciò nonostante continuo a preferire altre località di questo stato. Tre giorni però sono sicuramente sufficienti per Fez. Bel diario con chiosa necessaria sui conciatori di pelle.
Emarti
Ciao dear, che bello ritrovarti! Si mi sono messa a fare anche un sacco di recensioni perché mi divertono come una pazza! Come stai?
marocco
Bellissimo blog! Grazie per aver condiviso questo fantastico articolo.
Doriana
Ciao Martina , complimenti per il tuo blog, ne visito tanti quando devo partire e il tuo è l’ideale per chi vuole avere consigli pratici.
Io e mio compagno partiremo in marocco per fine marzo (durante il ramadam), faremo i primi 3/4 giorni a Fes e poi a Marrakech per altri 3 giorni-
A Fes vedo che consigli il riad 53, ne sto cercando uno che mi assicuri la cena se la sera non voglio andare in giro per la città.
Se hai da consigliarmi qualcosa dove dormire o se hai una guida in italiano per fare un giro a Fes e a Marrakech,, scrivimi
ti ringrazio molto e ancora complimenti per il tuo lavoro
Emarti
Ciao doriana, purtroppo non conosco nessuna guida personalmente a Fes, ma nel post ho messo dei link a tour di agenzie affidabili, prova a rivolgerti a loro e buon viaggio!