Ho girato tantissimo Barcellona quando ci vivevo e per me è stata solo la curiosità ad avermi contagiata e ad avermi spinta a visitare il Museo Picasso, facendomi fare un viaggio nella Barcellona vista con gli occhi di un grande artista che divenne il punto di riferimento dell’arte del XX secolo.
Barcellona, la “Città dei Conti“, nonché il capoluogo della Catalogna, è una città piena di vitalità, vivacità e di colori.
La sua ossatura si costruisce sul tracciato urbano dei resti romani, di quartieri medievali, fino a giungere a diventare la culla del modernismo catalano, il quale rientra tra le avanguardie del XX secolo.
Gli isolati quadrati, gli edifici particolari e caratteristici, strade larghe e grandi vialoni alberati, sono testimoni del passaggio di quest’ultimo movimento artistico. Nel corso della sua storia, la città ha ospitato l’Esposizione internazionale del 1888 e del 1929.
Al suo interno si possono ammirare gli edifici più rappresentativi dei grandi architetti modernisti Antoni Gaudì e Lluìs Doménech i Motaner, proclamati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Passeggiando per Barcellona si respira arte pura! In prossimità del porto è, infatti, frequente incontrare bancarelle dove si esercitano e lavorano pittori e disegnatori. La strada è sempre ricca di gente, tra la quale è possibile incontrare giornalai, fiorai, venditori di uccelli, artisti di strada…
Il dinamismo economico di questa città, forte del turismo, del porto e per la vicinanza alla Francia, ha contribuito alla possibilità di renderla parte di una storia fatta d’arte, musica e tradizioni, attraverso le correnti storico-artistiche più innovative.
Tra queste si possono rintracciare le orme del Cubismo lasciate da Picasso. Il Cubismo è il movimento artistico che diede il ‘’La’’ per l’espressione massima delle avanguardie artistiche.
Il Museo Picasso è una delle cose assolutamente da visitare a Barcellona in 3 giorni.
In questa pagina:
Dove si trova il Museo Picasso e come arrivare
Il Museo si trova in Carrer de Montcada, 15-23, nel quartiere de La Ribera a poca distanza dal Parc de la Ciutadella e dalla Barceloneta.
Il Museo è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
- In metropolitana : Linea I (rossa) : stazione Arc de Triomf; Linea III (verde) : stazione Liceu; Linea IV (gialla) : stazione Jaume I.
- In autobus: numeri 12, 40, 45 (fermata : Via Laietana/ Jaume I), 39, 51 (fermata : Passeig Picasso), 14 (fermata : Passeig, Marqués de l’Argentera), 59 (fermata : Pla de Palau), 120 (fermata : Pincesa)
- In auto: parcheggi Passeig del Born, Plaça de la Catedral, Avinguada Cambò, Via Laietana.
Orari, prezzi e biglietti
Come sempre quando si parla di Barcellona, la cosa più furba che puoi fare è comprare i biglietti online così salti la fila e non perdi troppo tempo (e ti costa uguale, anzi a volte anche meno che acquistarlo in biglietteria)
Ci sono vari modi in cui puoi acquistare i biglietti Salta la fila per il Museo Picasso, vediamoli insieme:
- dal sito ufficiale del Museo Picasso: il sito non è molto comprensibile dal momento che è disponibile solo in inglese e catalano e quindi se non conosci bene queste due lingue, potresti non capire cosa stai comprando.
- Puoi acquistare il biglietto anche qui con procedura in italiano.
- acquistando la Barcelona Airticket, una carta sconti che include l’entrata al Museo Picasso, al Macba e ad altri 4 importanti musei di Barcellona. La carta per i musei di Barcellona per eccellenza!
- il Museo Picasso è incluso gratis nella Barcellona Card
I prezzi variano a seconda se si acquista il biglietto solo per l’entrata o per un tour con audio-guida oppure se si vuole vedere anche le mostre temporanee.
I prezzi dei biglietti per solo l’entrata sono i seguenti:
- Adulti : €12,50
- Ridotto per pensionati e Under25 : €10,50
- Ingresso gratuito per gli Under18.
- Ingressi gratuiti per tutti: i Giovedì, dalle 17 in poi, prima domenica di ogni mese, 12 febbraio (Santa Eulàlia), 18 maggio (Giornata Internazionale dei Musei) e 24 settembre (Giornata della Mercè) ingresso gratuito per tutti.
Un’ottima scelta è quella di prendere l’audioguida per il museo, ma in alternativa puoi prendere parte a un tour guidato come questo.
Orari del Museo
Orari: Martedì – Domenica : dalle 9.00 alle 19.00
Chiuso : 1 gennaio, 1 maggio, 24 giugno, 25/26 dicembre
Picasso e il Cubismo a Barcellona
Questa espressione artistica nacque dall’idea di Picasso e Braque di ricondurre l’arte alle sue origini preistoriche, quando vigeva la più totale semplificazione delle forme. I pittori cubisti si proponevano di rappresentare la realtà raffigurando gli oggetti, non tanto come appaiono, ma come li percepisce la nostra mente.
L’artista dipingeva lo stesso oggetto come se fosse visto contemporaneamente da vari punti di vista; inoltre queste immagini venivano intersecate in un lavoro di sintesi per ricomporre la totalità dell’immagine.
È una percezione del tutto nuova per lo spettatore, accentuata dall’utilizzo di una gamma cromatica ridotta, dai toni sobri. Un ruolo fondamentale nello sviluppo del Cubismo lo ebbe la pittura di Cézanne, con la sua rigorosa sintesi di volumi geometrici, e lo studio delle culture primitive e della scultura africana, con particolare riferimento alle maschere. Il cubismo ebbe due fasi principali :
1 – il Cubismo analitico (1909-1912), in cui l’oggetto rappresentato veniva analizzato attraverso la scomposizione in singoli frammenti di realtà e la gamma cromatica si limita a bruni-ocra, grigi e terre;
2 – il Cubismo sintetico (1912-1914), in cui l’oggetto è scomposto e ricomposto secondo il principio della visione simultanea. Il lavoro analitico del primo periodo viene ora usato come esperienza per ricostruire il soggetto. Le immagini sono semplificate e sempre più lontane da come ci appaiono in realtà, ridotte a elementi essenziali, ormai soltanto accennati.
Si sperimenta la tecnica del collage e nel quadro si introducono oggetti per ricordare all’osservatore che il cubismo non è un’arte astratta. L’assemblaggio di materiali diversi (stralci di giornale, pezzi di carta cerata o da parati, carte da gioco, sughero, sabbia) consente di esprimere il volume.
È Pablo Picasso a realizzare il primo collage della storia della pittura.
Barcellona ha avuto una grande importanza nella vita personale e artistica di Picasso. L’artista arrivò in città nel 1895, a soli 14 anni, realizzando la sua formazione classica alla Scuola delle Belle Arti di Barcellona.
Questo edificio, che si trova in Pla de Palau, fu costruito nel XIV secolo e nel corso degli anni ha vissuto diverse fasi storiche. Venne costruito su antiche mura medievali ed al suo interno conserva una struttura gotica.
Dal 1775 Casa Llotja del Mar, ossia il nome dell’edificio che ospitò l’accademia, divenne sede della Royal Academy, nonché l’Accademia delle Belle Arti in cui studiò Picasso.
A Barcellona, il pittore ebbe la possibilità di entrare in contatto con il modernismo al circolo de Els Quatre Gats. Tale circolo, fondato nel 1897, fu un importante punto di ritrovo di intellettuali ed artisti di fine XIX secolo.
Come abbiamo detto, è sede della nascita del modernismo, le cui tracce sono ben visibili nelle decorazioni rimaste (come ad esempio la porta realizzata con vetri colorati e ferro forgiato).
Il circolo Els Quatre Gats non deve la sua rilevanza solo al grande via e vai culturale che portavano le chiacchiere degli artisti bohemien e modernisti, gli spettacoli e i concerti. Bensì fu anche utilizzato da Picasso come luogo d’esposizione dei suoi primi disegni!
Più avanti, Picasso e la sua famiglia andarono a vivere proprio a Barcellona, precisamente nell’edificio neoclassico Porxos d’en Cifré. Il giovane pittore era talmente affascinato da questa città che amava salire spesso sul tetto del palazzo e si apprestava a dipingere paesaggi urbani.
Nonostante il suo successivo trasferimento in Francia, Picasso, non smise mai di tornare a visitare Barcellona per vedere la sua famiglia e gli amici, prima che la Guerra Civile Spagnola e la Dittatura di Franco lo separassero per sempre dalla capitale catalana.
Il passaggio di Picasso per Barcellona si può ammirare anche in Plaza Nova, ossia la Piazza della Cattedrale. Siamo sempre nel Barrio Gotico. Qui si ha la possibilità di trovarsi di fronte all’unica opera di Picasso a cielo aperto: il fregio sulla parete del Collegio degli Architetti.
Il passaggio del pittore per la città di Barcellona fu così importante che la stessa gli ha dedicato un museo : il Museo Picasso.
Cosa vedere al Museo Picasso: le Opere
Il Museo Picasso è uno dei più famosi e visitati musei della città. Per comprendere questo artista singolare, bisogna visitare il Museo Picasso. È da lì che tutto è partito! Lo si può evincere dalle sue stesse parole:
“Qui è dove tutto ha avuto inizio… qui è dove ho capito fin dove potevo arrivare”
Il museo è ospitato in cinque palazzi di epoca medievale contigui tra loro, nel quartiere de La Ribera, Calle Montcada 15-23, pieno centro storico!
La collezione permanente del museo è costituita da 4.249 opere, la maggior parte delle quali risalgono alla gioventù dell’artista. Il museo traccia il progresso delle sue opere giovanili, che rivelano un affascinante spaccato delle influenze del giovane artista, tra le quali si può citare Toulouse-Lautrec, insieme al già nominato Cézanne.
Si dirige, quindi, verso l’inesorabile esplosione creativa del cubismo. La mostra prosegue con l’aggiunta delle opere più recenti tra le quali è possibile annoverare una vasta collezione di ceramiche donate dalla vedova Jacqueline Roque, nel 1982.
Ciclo di Las Meninas
Una parte notevolmente spettacolare della collezione è l’intero ciclo di Las Meninas (1957-58) donate dallo stesso artista in memoria del suo grande amico e segretario personale Sabartés (egli è, inoltre, l’ideatore della stessa struttura nel 1963).
Visitare questa collezione artistica corrisponde ad avventurarsi nel percorso fatto da Picasso, scoprendo il suo ambiente sociale legato alla Barcellona di un tempo. Lo si può evincere dai dipinti del paesaggio urbano, nelle scene di strada divenute poi famose. Sicuramente la città ha lasciato un segno indelebile nell’animo dell’artista, tanto quanto il ricordo di Picasso continuerà a vivere a Barcellona mediante le sue opere!
L’intera collezione è ospitata lungo un complesso di palazzi medievali: i quattrocenteschi Palau Aguilar, Palau del Baro de Castellett e Palau Meca accolgono al loro interno le esposizioni permanenti. La collezione permanente offre una rappresentazione di opere del secondo decennio del Novecento, quando Picasso incontrò Olga Kokhlova e si recò a Roma con la compagnia di balletto Diaguilev.
Un gruppo di opere molto importanti testimonia il passaggio dal cubismo al classicismo. Possiamo citare i dipinti con soggetto Arlecchino e Blanquita Suarez.
Tre gallerie sono dedicate al ciclo Las Meninas. Si tratta di un ciclo di 58 dipinti e studi realizzati nel 1957. Picasso realizzò una reinterpretazione delle già esistenti Las Meninas di Diego Velàsquez. Non si parla di una copia, lo spiega lui stesso :
“Supponiamo che si vogliano copiare Las Meninas in maniera pura e semplice; arriverebbe il momento in cui, se fossi io a intraprendere questo lavoro, direi a me stesso: Che cosa ne uscirebbe se mettessi questo personaggio qui, un po’ più a destra o un po’ più a sinistra? E proverei a fare a modo mio senza più preoccuparmi di Velázquez. Questo atteggiamento mi porterebbe certamente a modificare la luce o a disporla in modo diverso per aver cambiato di posto un personaggio. Così a poco a poco farei un Las Meninas, che un pittore specializzato in copie rifiuterebbe: non sarebbero Las Meninas, come gli appaiono nella tela di Velázquez, sarebbero le mie Meninas” – Pablo Picasso, 1952
Picasso si serve di un ingrandimento in bianco e nero del quadro di Velázquez. Mentre l’Infanta Margarita e la sua dama da compagnia sono definite con cura, le altre due donne sono totalmente stilizzate. Velázquez sulla sinistra è reso con un’originale composizione di elementi geometrici mentre in basso a destra il cane di corte non è più il mastino spagnolo, ma la stilizzazione di un bassotto (il cane di Picasso).
Ritratto dell’Infanta Margarita
Esaminando il ritratto dell’Infanta Margarita possiamo chiaramente vedere come Picasso abbia tentato di ricostruire la sua complessità psicologica in un modo davvero unico. Ci sono molti sentimenti diversi e idee contraddittorie nella mente dell’infanta di Spagna. Picasso contorce il viso della principessa, creando contemporaneamente una vista frontale e una di profilo, per mostrare quanto fosse difficile per la giovane principessa bilanciare le sue emozioni, in bilico tra l’etichetta di corte e il desiderio di poter cedere a frivolezze giocose.
Prima comunione e Scienza e carità
Facciamo ora un salto indietro nel tempo e andiamo ad ammirare due delle opere più rappresentative, i suoi primi capolavori : La prima comunione e Scienza e carità.
Prima comunione è un olio su tela del 1896. È la prima opera in assoluto ad essere esposta al pubblico da Picasso all’Esposizione municipale di Barcellona, ed è la sua prima grande opera ufficiale, accademica, nello stile della coeva pittura sacra spagnola. Egli la dipinse a soli 15 anni!
Soggetto è la sorella Lola inginocchiata innanzi all’altare di una Chiesa, per ricevere il sacramento della prima comunione. Dietro a lei i genitori osservano con sguardo amorevole la figlia che esegue la cerimonia. Vi è anche un chierichetto, che, nell’atto di posare un vaso di fiori sull’altare, dona dinamismo al quadro. L’abito della bambina, di un forte bianco acceso, contrasta con le tinte scure del fondo e la fa diventare l’esclusiva protagonista dell’opera.
Scienza e Carità è un altro olio su tela dipinto un solo anno dopo. Come recita il titolo del dipinto, Scienza e Carità (in senso allegorico) sono convocati al capezzale di una donna afflitta e sfinita dalla sua malattia.
Il medico e la suora si affannano per alleviare le sofferenze della donna, all’apparenza senza molti risultati. Il primo controlla il ritmo dei battiti cardiaci mentre la religiosa, che tiene in braccio il figlio della malata, offre una bevanda che attenui anche solo parzialmente i dolori ed il senso di sfinimento. L’opera colpisce per l’estrema drammaticità della scena, resa dal fatto che ogni tentativo di alleviare il suo tormento tramite la medicina e l’affidamento alla fede, è nullo. La donna, inoltre, guarda con preoccupazione il figlioletto, scatenando pietà nel cuore di ogni osservatore.
A sottolineare il patema vi è il degrado dell’ambiente in cui vive la donna: notare l’umidità che scende dalla parete, sulla parte inferiore della finestra, mentre le strisce di colore rosso nella parte inferiore della coperta sono l’unico accenno cromatico al desiderio di continuare a vivere. Ma è la cornice sopra il letto che sembra trasmettere il messaggio più importante; come si può notare, all’interno della stessa non compare nessuna immagine. L’assenza di qualsiasi figura sembra richiamare il senso di abbandono della donna, abbandonata dalla fede spirituale e dalla vita.
Quest’opera apre la strada artistica a Picasso a soli sedici anni, che con questo capolavoro, dimostra a tutta la Spagna che ci si trova davanti ad uno dei più grandi pittori di sempre. Infatti l’accuratezza e l’esemplare tecnica pittorica, aggiunti al fatto che siamo davanti ad un quadro di grandi dimensioni e alla giovanissima età del pittore, danno a Picasso l’onore di ottenere una menzione speciale a Madrid nella primavera del 1897 e successivamente la medaglia d’oro all’esposizione di Malaga.
Picasso era solito ripetere:
“A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”
Ed ecco qui che risalta il suo desiderio di arrivare ad una pittura sempre più astratta, come le fantasie che pervadono la mente di un bambino. Ma qua stiamo affrontando ancora i primi passi nella pittura di Picasso, prima dello sfociare del cubismo per cui tutti lo conoscono. Ecco perché altre sale in cui vale la pena soffermarsi sono quelle dedicate al periodo Blu e al periodo Rosa del pittore.
Periodo Blu
In questo periodo le tele di Picasso ospitano soggetti malinconici, dove il blu rievoca questo velo di “tristesse“, mentre il rosa, seppur tenue, spesso agisce da contrasto e asserisce all’innocenza. La sua pittura, ancora molto classica ed influenzata dal suo viaggio a Parigi (in cui l’artista effettuava delle visite tecniche nell’ospedale di Saint Lazare), rende in modo estremamente concreto e naturalistico i sentimenti instabili che pervadono i soggetti, spesso poveri, medicanti, artisti di strada, tutte vittime di una vita precaria e di stenti.
Picasso era un grande osservatore, lui stesso ci disse :“Io sono, in fondo, un terribile curioso. La mia curiosità è più grande di quella di ogni altro uomo. Sono curioso d’ogni aspetto, momento o fenomeno della vita. Sono curioso d’ogni sogno. La mia curiosità valica ogni frontiera della curiosità”
Tra le opere più importanti del Periodo Blu devo per forza citare la Madre con bambino malato, un dipinto autografo realizzato con tecnica a pastello su carta, in cui predomina il colore blu appunto, con qualche traccia di quel rosa che diventerà dominante nel successivo periodo di Picasso.
Oltre alla Madre con bambino malato, fanno parte del periodo blu anche altre opere come Le due sorelle, il vecchio chitarrista cieco, la bevitrice d’assenzio, il vecchio ebreo.
Periodo Rosa
Il periodo Rosa di Picasso è strettamente legato a un periodo di felicità che il pittore visse dopo il suo incontro con Fernande Olivier, una ragazza di cui Picasso s’innamorò, e che diede il via a una nuova stagione artistica. permise all’artista di superare quel difficile momento e di iniziare una nuova stagione artistica.
Picasso abbandonò gradualmente l’utilizzo del colore blu come prevalente per passare a toni di rosa, beige e rosso. Il pittore dipinse molti ritratti della donna ed esaurì progressivamente il suo periodo blu, passando (attraverso una serie di fasi intermedie) all’introduzione del rosa, del beige e del rosso. Durante questo periodo, il pittore viveva ancora a Parigi e ogni sera si recava al Circo Medrano in Place Pigalle: agli artisti del circo, arlecchini, acrobati, buffoni e ballerine, Picasso dedicò una serie di quadri dal titolo di Saltimbanchi. L’artista elesse i soggetti circensi come simboli della sua condizione, come quella degli attori oscillante tra realtà e finzione.
Tra le opere del periodo Rosa troviamo il bellissimo Acrobata con piccolo arlecchino, in cui un uomo e un ragazzo siedono vicini. Siedono vicini ma non comunicano tra loro, anzi non si guardano neppure negli occhi. Con questo dipindo, Picasso voleva esprimere la solitudine dell’uomo.
Tra le altre opere del periodo rosa troviamo:
- Maternità
- Le nozze di Pierrette
- Ragazzo con pipa (battuto all’asta, nel 2004 da Sotheby’s a New York, per la cifra record di 104,1 milioni di dollari)
- Famiglia di saltimbanchi
- Famiglia di acrobati con scimmia
FAQ: domande frequenti
Quanto dura la visita al Museo Picasso?
La visita del museo dura circa 1 ora e mezza. La collezione permanente del Museo Picasso di Barcellona raccoglie oltre 4000 opere dell’artista spagnolo, risalenti soprattutto alla giovinezza dell’artista. Un buon consiglio: prendi l’audioguida, la tua visita sarà di molto migliore!
Quando è gratis il Museo Picasso?
Il Museo Picasso è gratis tutti i Giovedì, dalle 17 in poi; prima domenica di ogni mese; 12 febbraio (Santa Eulàlia); 18 maggio (Giornata Internazionale dei Musei) e 24 settembre (Giornata della Mercè).
Il Museo Picasso è compreso nella Barcellona Card?
Si lo è. La Barcellona Card include, oltre al Museo Picasso anche tanti altri luoghi di interesse di Barcellona come il MNAC, il MACBA e il trasporto pubblico, più ulteriori sconti su molte delle opere di Gaudí tra cui Casa Batlló, Casa Milà (La Pedrera) e Casa Vicens.
–> Puoi acquistare qui la Barcellona Card
Lascia un commento