Nonostante l’ India mi abbia lasciato dentro sentimenti alterni di amore e odio, sono assolutamente convinta che ci siano cose da visitare almeno una volta nella vita: una di queste sono i favolosi templi giainisti di Ranakpur.
Situati a poca distanza dalla bianca Udaipur, nel caleidoscopico Rajasthan, i templi di Ranakpur sorgono in una parte di giungla rigogliosa, abitata da tantissimi uccelli e animali, scimmie soprattutto (tutta l’India ne è piena)
Ranakpur si trova a circa 100 km da Udaipur e volendo è possibile visitarla in giornata anche se vista la bellezza dei dintorni, io consiglio di fare come noi e fermarvi a dormire in uno dei bellissimi hotel nelle vicinanze: oltre agli stormi di pappagalli e ad altri animali che potrete avvistare, si possono fare bellissime passeggiate in mezzo alla natura rigogliosa dei monti Aravalli.
Per quanto riguarda il bus per arrivare da Udaipur ai templi giainisti noi non abbiamo fatto un biglietto prima ma abbiamo pagato una volta saliti sul bus.
AGGIORNAMENTO: ora ci sono dei tour che è possibile prenotare in anticipo.
Per es. questo in tour Kumbhalgarh e Ranakpur: gita di un giorno privato da Udaipur ti fornisce il prelievo e una guida che ti spiegherà tutto quanto.
Inoltre, anche se vai da solo, sarà possibile prendere un’audio guida!
Il bus parte verso le nove (a volte 8 e 30, altre volte 9 e 30) e impiega se si è fortunati circa 3 ore per arrivare a Ranakpur. Tenendo conto che i templi per gli stranieri aprono dopo le 12 (almeno quando ci siamo andati noi) si fa tutto tranquillamente.
Il templi giainisti di Ranakpur, un complesso di quattro templi il cui maggiore è composto da 29 sale sorrette da 1444 colonne tutte intarsiate a mano e differenti una dall’altra, sono tra i più importanti templi giainisti indiani insieme a quelli di Shatrunjaya nel Gujarat (che sono tantissimi: 863) e quelli del monte Abu.
Anche qui, come per altri monumenti da visitare in India, se si vuole fotografare si deve pagare un extra sul biglietto d’entrata e ci sono alcune regole da rispettare come non entrare portando con sé cibi o bevande, mantenere un livello di silenzio accettabile per non rovinare la serenità dell’atmosfera all’interno del tempio, essere vestiti adeguatamente e prima di accedere al tempio occorre depositare all’ingresso scarpe, oggetti taglienti e qualsiasi oggetto in pelle cuoio.
Anche le donne durante il loro ciclo non possono entrare nel tempio in quanto durante quei giorni la donna in India è considerata impura.
Il tempio più importante del complesso è il Tempio delle 4 Facce (Chaumukha Temple) che è stato costruito su un enorme basamento e al quale si accede tramite una splendida scalinata.
Il tempio è su tre livelli, ma i turisti possono visitare solo il primo.
All’interno c’è fresco e aleggia un’aria di serenità, è possibile attraversare tutte le corti fino ad arrivare al sacrario centrale a cui però i turisti non possono accedere.
Il marmo bianco è davvero scolpito in maniera sublime, camminiamo in un silenzio reverenziale, osservando gli idoli e le sculture che si susseguono ininterrotti uno più bello dell’altro.
Un’ iscrizione su uno dei muri del Chaumukha Temple ne racconta la leggenda, secondo cui i templi giainisti di Ranakpur furono costruiti da Dharnaka un ricco e rinomato mercante, al quale apparve in sogno una visione.
Dharnaka allora chiese a Rana Kumbha, il sovrano di Mewar, un luogo in cui lui potesse realizzare il suo sogno, costruendo un tempio di incomparabile bellezza e Rana Kumbha bello contento per la richiesta gli donò un’ ampia zona ai piedi dei monti Aravalli.
La costruzione del tempio iniziò nel 1446, impiegò 50 anni per la sua realizzazione e al termine il tempio venne dedicato a Lord Adinath, uno dei 24 Tirthankaras giainisti (santi).
Mentre gironzoliamo, ormai senza più senso dell’orientamento, ci imbattiamo in un ragazzo che, ci spiega, che sta lavorando il materiale utilizzato per il tilaka (il segno caratteristico posto in genere sulla fronte) e poi come al solito ci chiede la mancia. In india, o per lo meno, in Rajasthan, è una continua richiesta di soldi, alla fine non ce la si fa più.
All’uscita dal primo andiamo a visitare gli altri tre templi giainisti, più piccoli e poco suggestivi rispetto a quello principale che è davvero splendido, ma che comunque vale la pena se non altro per il modo in cui anch’essi sono scolpiti ed intarsiati.
Due di essi, che trovano proprio di fronte al tempio principale, sono dedicati a due santi giainisti, Parasvanath e Neminath, mentre il terzo , Surya Mandir, è dedicato al dio sole.
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