Finalmente Roberta è di nuovo sul blog come ospite! E stavolta ci parla della sua amata Sardegna, dove è nata e cresciuta, raccontandoci due posti particolari e bellissimi: Capo Caccia e le Grotte di Nettuno.
Le storie che mi piacciono di più sono quelle che in pochi conoscono. Quando si parla di viaggi, queste storie abbondano, ma circolano sempre troppo poco (e forse è meglio così).
Lo sapevate che la Sardegna (affezione estremamente di parte, dato che ci sono nata e cresciuta) non è solo mare cristallino e profumo di ginepro, ma nasconde alcune tra le meraviglie naturali più emozionanti del nostro paese?
Lo sapevate che basta scendere nelle viscere di questo mare cristallino, dove le sfumature dell’acqua sono un po’ più blu, per andare a seguire gli antichi percorsi della foca monaca?
Capo Caccia è un imponente, maestoso, fiero promontorio di roccia calcarea risalente al periodo cretacico, a picco sul mare, situato nell’estremità nord-occidentale della Sardegna, ben visibile dal lungomare del gioiellino incontaminato della città di Alghero, testimonianza dell’influenza spagnola e catalana sull’isola.
Questa favolosa estremità racchiude il Golfo di Porto Conte, insenatura naturale che ospita un grande e bellissimo Parco Naturale. È così chiamato a causa delle battute di caccia al piccione che i notabili dell’800 compivano dalla barca nei periodi di bonaccia attorno al promontorio.
Ebbene, dietro (e dentro) questo sinuoso promontorio, al quale si arriva attraverso una strada meravigliosamente panoramica, che si inerpica tra gli eucalipti per poi sfociare lungo il golfo, si nascondono le incredibilmente ben tenute Grotte di Nettuno, un oasi naturale di anfratti carsici parzialmente scoperta e visibile (le grotte sono più o meno come un iceberg, purtroppo ne vediamo una minuscola sezione, ma la vera meraviglia del lavoro dell’acqua nella roccia è riservata a pochi, fortunati speleologi).
Le grotte sono solo alcune delle attrazioni di rilievo dell’area protetta di Capo Caccia, ma fortunatamente l’avventura è per tutti: escursioni nel Parco di Porto Conte per gli amanti di fauna e flora, immersioni nell’Area Marina Protetta di Capocaccia per i veri subacquei e un po’ di brivido per chi la natura vuole davvero sentirla vicina, perché avere un po’ paura della sua selvaggia irruenza ci fa sentire irrimediabilmente vivi.
Come arrivare
Esistono a oggi due modi diversi per arrivare a Capo Caccia e alle Grotte di Nettuno: via terra in macchina, partendo da Alghero in direzione Fertilia, si seguono le indicazioni per Capo Caccia e Porto Conte, e si arriva direttamente sul promontorio (se cercate un’auto a noleggio economica potete provare Easyterra.it un comparatore di prezzi)
Via mare si arriva direttamente alle Grotte di Nettuno in barca, partendo dal porto di Alghero con le compagnie che effettuano le escursioni.
Escursioni in battello:
Linea Grotte offre collegamenti giornalieri in partenza dal porto di Alghero per ben 7 mesi all’anno.
Trovate più informazioni sul sito ufficiale della Linea Grotte.
Cosa scegliere? Dipende da cosa vi piace di più e da quanto siete stati sul divano negli ultimi tempi: l’escursione in barca è panoramica, rilassante e assolutamente suggestiva, fatta a pochi metri dalla costa e dai promontori che spuntano maestosi dal mare.
Nulla e nessuno, però, potrà sostituire l’emozione di scendere a piedi (e, ahimè, risalire) l’Escala del Cabirol (catalano, in italiano Scala del Capriolo), una magnifica scalinata di 654 gradini a parete della roccia, così chiamata proprio perché vuole regalarvi la fantasia di scendere a mò di capretta: saltellando lungo la parete verticale di una inclinatissima roccia calcarea.
La bellezza di questa scalinata è proprio la vicinanza alla roccia, nonché gli incredibili punti panoramici che potrete cogliere durante la discesa, vedendo gli angoli più remoti del promontorio da innumerevoli prospettive.
Al di là del nome suggestivo, il percorso, che parte proprio dalla cima del promontorio raggiungibile in macchina, è sicuro e praticabile dai più, sufficientemente largo, ma assolutamente panoramico e scenico e vi permetterà di percorrere veramente questo fantastico promontorio fino alle magnifiche Grotte di Nettuno.
Se non siete in fantastica forma fisica, risalite adagio ed evitate le ore centrali della giornata, quando il sole batte a picco sulla capoccia.
Visita allle Grotte di Nettuno
Discesi i malefici gradini, con il vento marino tra i capelli e i gabbiani che sembrano giocare a chi si lancia verso il mare in maniera più spericolata, arriverete alle magnifiche Grotte di Nettuno (il biglietto di ingresso ad aprile 2015 era di 13 € con sconti per anziani e piccini).
Al momento della nostra visita, era possibile visitare le grotte con la guida, che aspetta un gruppo sufficientemente numeroso di persone, per poi condurlo all’interno delle sale.
Come scrivevo prima, le Grotte si estendono per circa 4 km, ma il percorso accessibile al pubblico non sarà più lungo di qualche centinaio di metri. Si stima che la loro formazione risalga a circa 2 milioni di anni fa, e che gli uomini primitivi conoscessero e utilizzassero queste grotte durante il periodo Neolitico, in base ad alcuni ritrovamenti effettuati.
Piccolo spazio per una storia nostalgica ma un po’ triste: questo era l’habitat conclamato della Foca Monaca, purtroppo non più presente ai giorni nostri, e scappata (se non estinta) da questi anfratti all’inizio del ‘900, a causa delle feroci attività di caccia perpetrate dall’uomo alla fine dell’800.
All’inizio del percorso offre una bella mostra di sé il Lago Lamarmora, un lago salato dalle acque straordinariamente limpide, dove è ben visibile l’ingresso subacqueo, probabilmente accesso delle stesse foche in tempi più lontani. Attraverso le sfumature rosate di stalattiti e stalagmiti, si arriva alla Sala della Reggia, la sala principale e più imponente, dove potrete scorgere la Spiaggia dei Sassolini, così chiamata perché un tempo piena di piccoli ciottoli, detta anche Spiaggia delle Foche.
Questa sala è magnifica e maestosa, i giochi di luce offrono uno spettacolo cromatico che sfuma dagli angoli più scuri e bui a dei brillanti angoli rossastri, fino ai riflessi rosati e alle stalattiti bianche e lucenti. Le imponenti colonne calcaree rendono lo spazio ancora più imponente e la più alta raggiunge i 18 metri di altezza. La cupola, il soffitto della grotta, è alto ben 56 metri. Si prosegue quindi nella Sala Smith (prende il nome da uno dei tanti esploratori delle grotte, durante l’800) o Sala dell’Organo, così chiamata per una magnifica formazione di stalattiti e stalagmiti che ricorda proprio la forma dello strumento musicale e che domina lo spazio circostante, larga 50 metri e alta 49.
Una piccola salita vi offre poi una visione suggestiva attraverso la Tribuna della Musica, una terrazza che si affaccia sulla Sala della Reggia, leggermente sopraelevata (e…occhio alla testa!). Questa terrazza è anticipata dalla Sala delle Trine e dei Merletti, così detta perché caratterizzata da un’infinità di stalattiti sul soffitto, che si arricciano su sé stesse in forme curiose, risalendo quasi verso l’alto, per via della loro composizione chimica.
Durante la nostra visita ci è stato detto che, proprio per la loro “anzianità”, queste grotte sono ormai inattive, ovvero l’acqua ha terminato di effettuarvi i suoi percorsi per scalfire la roccia e la sua magnifica architettura è quindi definita e come tale ancora più importante da preservare e mantenere nella sua bellezza. Solo alcune piccolissime sezioni, visibili perché particolarmente bianche e brillanti, sono quelle ancora in via di trasformazione, che forse, chi lo sa, tra qualche centinaio di anni offriranno ai visitatori spettacoli ancora più impressionanti e memorabili.
La nostra oasi di freschezza ci saluta così, ripercorrendo le magnifiche sale, e ci avviamo verso l’uscita della grotta, a risalire la famigerata Escala del Cabirol, fermandoci ad ammirare (e scattare innumerevoli fotografie) gli speroni di roccia così vicini, così minacciosi, ma così ipnotici e irresistibili.
Dopo 654 gradini, ci concediamo qualcosa da bere al panoramico barettino (eh si, la natura non l’ha mai totalmente vinta), che pur pieno, ci offre una fantastica visuale sul Golfo e un inedito tramonto sul mare, con il vento tra i capelli che richiama i profumi, i colori e i suoni di questa magnifica terra.
L’Isola delle Storie. L’Isola che non c’è ma che a volte c’è, e si manifesta in maniera indimenticabile.
Orari Visite e Prezzi (Aggiornato al 2016)
Aperto tutto l’anno a meno di condizioni meteo avverse. Le visite alle Grotte di Nettuno sono sospese in caso di mare mosso.
Orari
- da aprile al 17 settembre: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso)
- dal 18 settembre: tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 (ultimo ingresso)
- da novembre a marzo: tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo ingresso)
Prezzi
- adulti € 13
- bambini (3-12 anni) € 7
- gruppi (min. 25 persone) € 9
- scolaresche scuola dell’obbligo (min. 15 persone) € 7
- scolaresche scuola superiore (min. 15 persone) € 9
Ulteriori informazioni sulle Grotte di Nettuno e i prezzi aggiornati li trovate sul sito dell ‘ Ufficio di Informazioni Turistiche della Città di Alghero
Agnese - I'll B right back
Che bellezza!! Ho visitato la Grotta quasi tre anni fa e, nonostante abbia visitato tantissimi posti in Sardegna, rimane tra i primi posti nella classifica dei miei posti preferiti dell’isola!! Pensa che ancora mi ricordo il numero degli scalini per raggiungere la grotta, li avevo contati uno per uno salendo, per distrarmi dalla fatica immane!! Ahah però mi ricordo che erano 656, probabilmente dopo un po’ mi si è fuso il cervello :D
Davvero un bell’articolo, capace di riportarmi coi ricordi a un bellissimo viaggio!!