Durante lo scorso autunno ho avuto la possibilità di percorrere e conoscere alcuni dei luoghi più rappresentativi di quella che è stato ribattezzata “La Via Matildica del Volto Santo”, un cammino di ben 285 km che parte da Mantova e arriva a Lucca percorrendo quelle che erano le terre appartenute a una delle più grandi, e conosciute in tutto il mondo, donne del Medioevo della nostra Italia: Matilde di Canossa.
Sebbene io abbia percorso solo alcuni tratti del Cammino della Via Matildica del Volto Santo, ho avuto la fortuna di conoscere, a poca distanza da Reggio Emilia, alcuni dei luoghi più amati da Matilde: che tu decida di fare tutto il Cammino (che attraversa ben 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) oppure tu abbia solo la possibilità di fare una gita di un giorno da Reggio Emilia, ti assicuro che vale davvero la pena andare a conoscere questi luoghi, che sono tra i più belli e (ahimè) poco conosciuti del nostro Paese.
La cosa più bella e quella che mi è piaciuta di più di questa zona non sono solo i paesaggi di incredibile bellezza che vedrai dai masti dei castelli, ma anche che ognuno di questi luoghi ha una “leggenda” o storia che gli gira intorno e che, se leggerai questo articolo fino in fondo, conoscerai (anche se scritta in maniera un po’ scherzosa) e potrai raccontare ai tuoi bimbi in un weekend o un solo giorno, ma facendogli vivere una vera magia.
Ecco allora 4 gite di un giorno da Reggio Emilia da non perdere assolutamente:
In questa pagina:
1 – Pietra di Bismantova
Sebbene non appartenga tecnicamente alla Via Matildica del Volto Santo, la Pietra di Bismantova è uno dei luoghi più belli che potresti immaginarti e comunque è una parte distintiva del Cammino: in pratica, se percorri il Cammino in questa parte dell’Emilia Romagna, la vedrai da tutte le parti.
Situata nel comune di Castelnovo ne’ Monti, la Pietra di Bismantova è un massiccio roccioso arenaceo dalla forma davvero particolare e quel che è strano è che sembra non aver nulla a che fare con quello che le sta intorno.
Se ami le passeggiate, il trekking e la natura, questa è decisamente una delle migliori gite di 1 giorno da Reggio Emilia che tu possa organizzare.
Questo vero e proprio monumento geologico si trova all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco – Emiliano ed è un bene protetto considerato Riserva MaB dall’UNESCO.
Ok, descriverla è abbastanza difficile.
Potrei definirlo un “panettone” (anche se questa definizione non gli rende alcuna giustizia a dire il vero), lungo circa 1 km, largo 240 m e alto 300 m rispetto alla pianura vicino, la “Pietra” svetta isolata sul territorio circostante raggiungendo i 1041 metri d’altezza sul livello del mare.
La Pietra di Bismantova è un esempio di erosione residuale e con la sua sagoma decisamente unica (qualcuno la definisce a forma di nave) rappresenta un unicum nel territorio reggiano.
L’origine di questa particolare formazione rocciosa risale al Miocene (cioè circa 15 milioni di anni fa) e avvenne in un ambiente marino poco profondo. Di quell’epoca oggi rimangono tracce paleontologiche nel terreno come gusci di molluschi, alghe calcaree e denti di pesce.
Ciò che oggi chiamiamo Pietra di Bismantova è, in realtà, solo una piccola porzione di una placca arenacea ben più estesa che si è piano piano dissolta a causa di faglie, di fratture e di processi erosivi a cui è stata sottoposta nel corso dei millenni (scusami ma la mia formazione da geologa non poteva non uscire fuori quando cerco di descrivere una cosa del genere).
Da sempre questa località è stata molto frequentata dall’uomo e già a partire dall’Età del Bronzo vi si attesta un insediamento.
In passato sulla sua sommità si trovava un castello che, oggi, è andato distrutto.
In tempi più recenti, invece il pianoro sulla cima veniva coltivato dai contadini della zona.
Oggi la Pietra di Bismantova è uno dei siti naturalistici più visitati dell’Emilia Romagna.
Nei suoi dintorni potrai incamminarti lungo numerosi sentieri segnalati. Ognuno è diverso per difficoltà e lunghezza.
Per raggiungere la cima del massiccio impiegherai circa 25 minuti partendo da Piazzale Dante e prendendo il sentiero CAI 697.
Alle pendici della formazione rocciosa, proprio all’inizio del sentiero per la vetta, ti suggerisco di visitare il piccolo Eremo dedicato alla Madonna della Pietra di Bismantova.
Curiosità: sapevi che questa montagna è stata fonte d’ispirazione per Dante nell’ideazione del Purgatorio? Il Sommo Poeta, infatti, la visitò nel 1306 citandola, poi, nel Canto IV del Purgatorio nella sua Divina Commedia. E quando la vedrai capirai il perché: sembra un vero e proprio trampolino di lancio per spiccare il volo verso il Paradiso.
Come arrivare alla Pietra di Bismantova Da Reggio Emilia
Arrivare alla Pietra di Bismantova da Reggio Emilia è semplice: sono distanti circa 43 km che percorri tranquillamente in meno di un’ora tramite la statale 63.
Qui sotto trovi la mappa del percorso che puoi aprire direttamente in Google Maps cliccando questo link.
2 – “Sentiero Dorato” da Pieve di San Vitale al castello di Carpineti
Un’altra delle gite di 1 giorno da Reggio Emilia che ti consiglio di organizzare è la passeggiata da Pieve di San Vitale al Castello di Carpineti.
Se ami il trekking, infatti, questo è davvero un bell’itinerario da percorrere.
Il percorso, per la sua bellezza, è conosciuto anche come il Sentiero “Dorato” ed è un tratto del Sentiero Spallanzani e della Via Matildica del Volto Santo.
Dalla Pieve di San Vitale, seguendo il crinale carpinetano, si raggiunge il Monte Fosola passando dal Castello di Carpineti.
Tu potresti percorrerlo, come ho fatto io, solo nel primo tratto, fino alla fortezza.
L’itinerario si sviluppa lungo sentieri e mulattiere, è alla portata di tutti (anche con i bimbi) e potrai percorrerlo in circa 1 ora e 10 minuti.
La passeggiata inizia dalla Pieve di San Vitale di cui rimangono alcuni ruderi riconoscibili sul piano erboso. Dell’antica chiesa rimangono il nartece ormai ridotto a cappella e la canonica che, dopo essere stata restaurata, è stata adibita a ostello.
Da lì potrai imboccare il sentiero che, attraverso l’incantevole paesaggio della Valle del Serchia, conduce fino al Castello di Carpineti in posizione dominante sulle valli circostanti.
La fortezza fu parte del sistema difensivo dei Canossa e fu così importante al tempo di Matilde che venne scelta per ospitare le più importanti personalità in visita. Vennero accolti qui, ad esempio, papa Gregorio VII, il vescovo di Lucca Anselmo e i pontefici Urbano II e Pasquale II.
PS: qualcuno con un po’ di malizia dice che Matilde era l’amante del Papa Gregorio VII. Non so se sia vero o si possa dire, ma trascorsero qui molti mesi insieme, chissà magari si amavano davvero!
Una volta che avrai raggiunto il Castello potrai visitarlo grazie a una serie di interessanti pannelli esplicativi che fungono da supporto per orientarsi tra i ruderi della fortezza capendo meglio ciò che si sta vedendo.
Sul posto troverai anche un ristorante bellissimo al cui interno sono esposte delle armature di cavalieri!
Per Informazioni e Orari Pieve di San Vitale: Sito Web
Informazioni per il Castello di Carpineti: Sito Web, Per visite guidate, orari aggiornati e altre informazioni vedi il sito web del Gruppo Melograno
Come arrivare a Pieve di San Vitale da Reggio Emilia
Anche la Pieve di San Vitale (da cui parte il nostro itinerario) è facilmente raggiungibile in auto da Reggio Emilia in meno di un’ora, tramite la SP98 e SP7.
Puoi aprire il percorso in Google Maps cliccando questo link.
3 – Castelli di Canossa e Rossena
Se sei interessato a visitare i castelli della Gran Contessa, ti consiglio di raggiungere Canossa e Rossena, che soprattutto se hai dei bimbi, sono due esperienze bellissime, anche perché potrai farli dormire in un vero Castello!
Le due fortezze rappresentano due degli esempi migliori rimasti di quella che un tempo era la rete difensiva del territorio.
Il Castello di Canossa fu costruito intorno al 940 da Adalberto Atto e successivamente divenne il centro del complesso sistema difensivo per il controllo delle vallate e della pianura circostanti.
La fortezza si erge su una rupe di arenaria bianca ed è solo una piccola parte dell’edificio di un tempo.
Qui, nel 1077, Enrico IV fu ricevuto da Papa Gregorio, ospite di Matilde, che preso atto del suo pentimento (Enrico rimase per 3 giorni a piedi nudi nella neve perché il Papa, per umiliarlo non lo ricevette subito) gli revocò la scomunica inflittagli dalla Chiesa durante la lotta per le investiture. Da qui è nato il detto “andare a Canossa” ovvero “chiedere umilmente perdono”.
Anche il Castello di Rossena fu fatto costruire per volontà di Adalberto Atto a pochi chilometri dal principale Castello di Canossa: la sua funzione, infatti, era proprio quella di fermare eventuali incursioni provenienti dalla Valle dell’Enza.
Ancora oggi, osservandolo, avrai ben chiaro il suo scopo. La fortezza, infatti, ha conservato intatto il suo aspetto originario e visitandolo avrai l’occasione di ammirare un vero e proprio gioiello di architettura bellica.
Potrai visitare entrambi i castelli in giornata perché si trovano davvero molto vicini.
Per spostarti da una fortezza all’altra, se ami il trekking e le passeggiate nella natura, potrai percorrere il sentiero CAI 640 dal Castello di Rossena.
Questo segue per un tratto la strada provinciale e poi prosegue in discesa su una strada carraia che conduce al fondovalle del Rio Vico da cui potrai imboccare il Sentiero Matilde che parte da Ciano d’Enza. Da qui proseguirai in salita seguendo il rio e inoltrandoti all’interno del bosco per poi sbucare sui calanchi nelle vicinanze del Castello di Canossa e del complesso di Riverzana.
Mi raccomando che una cosa bellissima da fare, soprattutto con i bimbi, è quella di visitare prima il Castello di Canossa, poi quello di Rossena… e potrai dormire qui!
All’interno infatti, sia del Castello che della canonica del Castello, è stato adibito un ostello in cui alloggiare. Puoi ottenere più informazioni cliccando qui (link al castello di Rossena o ai responsabili dell’ ostello)
Per Informazioni e Orari Castello di Canossa e Castello di Rossena: Sito Web,
Per prenotazioni e info Associazione Matilde di Canossa:
- – mail a info@castellodicanossa.it
- – telefonata o messaggio Whatsapp ai numeri 3668969303 – 3393017701
Come arrivare ai Castelli di Canossa e Rossena
Puoi raggiungere Canossa da Reggio Emilia tramite la SP23 in auto in circa 50 minuti.
Qui trovi il link alla mappa.
4 – Castello di Sarzano e castagneto di Marola
Il castello di Sarzano è la mia gita preferita di un giorno da Reggio Emilia perché è quello che ho trovato più interessante (grazie al suo stato di conservazione) dei miei 3 giorni sulla Via Matildica del Volto Santo.
I ragazzi dell’associazione “Il Melograno” hanno fatto davvero un fantastico lavoro: non solo infatti potrai visitare il castello e fare una visita guidata, ma al suo interno i ragazzi hanno allestito un arredamento di come doveva essere nel Medioevo!
E poi dal mastio del castello si gode di un panorama davvero incredibile, non ci sono parole per descriverlo, dovrai andarci per capire cosa intendo.
Curiosità: all’interno del Castello troverai un albero genealogico dei Carandini a cui il castello è appartenuto e i loro discendenti. Se ti dicessi che tra i discendenti troverai il nome di “Christofer Lee” cioè l’attore britannico che ha impersonato Dracula, ci crederesti? Probabilmente no, ma è così, Sarzano era infatti la patria dei suoi antenati… Potremmo insomma definirla una storia da cinema.
A poca distanza dal Castello di Sarzano, nel comune di Marola, visiterai uno dei posti che mi è entrato nel cuore. Lo so, se ti dico “un castagneto” potresti pensare che io sia letteralmente impazzita, ma se ci andrai capirai perché a me è piaciuto così tanto!
Oltre al fatto che il castagneto è un posto meraviglioso dove fare passeggiate, respirare aria buona o semplicemente godersi la natura, a questo luogo e all’abbazia che troverai li vicino sono legate alcune delle storie di Matilde (e io amo le storie) che mi piacciono di più.
Prova a immaginare insieme a me il periodo in cui Matilde viveva in questi luoghi: al tempo (ma ancora oggi) uno dei problemi più grandi era che non si riusciva, per le condizioni naturali, a piantare il grano ovvero ad avere la materia prima con cui fare niente-po-po-di-meno-che il pane.
Ma a tutto c’è una soluzione: in mancanza di una cosa o dell’altra ci si adegua e le persone del luogo presto imparano che si poteva ottenere il pane dalle castagne!
Matilde sapeva bene tutto questo per cui, una delle cose che fece, fu piantare alberi di castagne nei castagneti naturali che già crescevano, in maniera che alle persone non mancasse mai da mangiare. Già questa è una cosa bella di per sé: Matilde si occupava e preoccupava che tutti quelli che vivevano nei suoi territori stessero bene, dai più ricchi ai più poveri. Ma non solo, a questo è legata una storia che ti racconto.
Un giorno pare che 3 persone andarono da Matilde a chiedere udienza visto perché stavano litigando sulla proprietà delle castagne: uno era il proprietario della terra su cui sorgeva il castagneto e ne rivendicava i frutti per il semplice fatto (secondo lui) che il castagneto è mio e quindi le castagne sono le mie.
L’altra persona era quella che se ne occupava tenendolo pulito e in ordine e rivendicava il fatto che se non ci fosse stato lui il castagneto sarebbe andato “a ramengo”. Il terzo era un contadino del luogo che aveva sempre raccolto le castagne e quindi ne rivendicava anche lui il diritto.
Un bel caos insomma… Ma Matilde, che era molto saggia, prese un riccio di castagne, gli diede un colpo con un pezzetto di ramo e dimostrò che il riccio si apriva e divideva in 3 parti uguali e che quindi, ognuna delle 3 persona aveva diritto a una parte. I tre contadini se ne andarono contenti e soddisfatti, divisero i frutti del castagneto in 3 e furono felici e contenti.
A questo luogo però è legata un’altra storia, ancora più importante e che potrai conoscere se visiterai l’abbazia di Marola che si trova proprio di fianco al castagneto.
Non starò qui a raccontarti la lotta per le investiture: velocemente ti dirò che il Papa e l’Imperatore anche loro litigavano come matti per chi doveva avere più potere dell’altro.
Questo scatenò una guerra per la quale l’Imperatore marciò con le sue truppe per andare a Roma, ma per farlo dovette attraversare i territori di Matilde che invece era più propensa a stare dalla parte del Papa.
Dopo sanguinose battaglie, in cui sembrò che l’Imperatore dovesse avere la meglio, Matilde convocò nel 1092 nel suo castello di Carpineti i suoi collaboratori per chiedere la loro opinione se arrendersi o continuare la guerra.
Da quel che si racconta tutti erano d’accordo sull’arrendersi ma tra tutti sbucò San Giovanni l’eremita (che viveva da solo nel castagneto di prima) e disse che Matilde doveva continuare a combattere perché era quello che il cielo desiderava. Matilde seguì i suoi consigli e vinse la famosa battaglia tra Bianello e Canossa, e che portò alla completa disfatta dei soldati imperiali. Matilde aveva vinto insomma. A Giovanni l’Eremita allora Matilde decisi di dedicare una chiesa con il convento che diventerà poi monastero, nel posto in cui egli viveva.
L’Abbazia è ancora qui (dopo un po’ di peripezie che ne hanno viste varie distruzioni e ristrutturazioni durante i tempi) e oggi ospita i pellegrini che vogliono andare a fare un periodo di meditazione e stare in pace e solitudine, ma ospita anche un centro congressi (con terrazze che hanno un panorama incredibile sulla natura che circonda il complesso).
Questo è un ottimo posto dove andare per un giorno da Reggio Emilia, magari prendere un panino per un pic-nic e fermarsi a mangiare nella rotonda del castagneto dalla quale potrai guardare il cielo e che ti trasmette un’energia anch’essa impossibile da spiegare a parole.
Se hai deciso invece di percorrere questi luoghi sul Cammino della Via Matildica del Volto Santo, da Marola, potrai attraversare Marola ed il suo Castagneto sino a Carpineti.
Per informazioni, prenotazioni e visite guidate al castello di Sarzano contatta il sito Web del gruppo Melograno qui
Se vuoi più informazioni sull’Abbazia di Marola le trovi cliccando qui.
Come arrivare al Castello di Sarzano e a Marola
Anche qui meno di un’ora di macchina separa il Castello di Sarzano (e poi Marola) da Reggio Emilia percorrendo la SS63.
Qui trovi il link alla mappa.
Scusami, ho scherzato un po’ in questo post, ma a me le storie piacciono e sono la benzina che mi spinge a visitare posti nuovi.
Che tu decida di fare tutto il Cammino della Via Matildica del Volto Santo, o che tu scelga di visitare questi luoghi come gita di un giorno da Reggio Emilia, le storie fanno parte del luogo e sono sicura che ti accompagneranno e renderanno ancora più magici i tuoi passi sulle terre di Matilde di Canossa.
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