Il Dia de Los Muertos è senza dubbio una delle feste messicane più conosciute in assoluto: ve lo immaginate un evento festeggiato con allegria in tutte le case, strade, piazze e cimiteri del paese?
Il Día de los Muertos, o Giorno dei Morti, è una celebrazione infatti non solo dei cari che se ne sono andati ma anche della vita.
Anche se la festa è nata in Messico, è celebrata in tutta l’America Latina con colori vivaci, calaveras (teschi) e calacas (scheletri).
1 – Non è Halloween
Il Día de los Muertos non è una versione messicana di Halloween. Anche se hanno alcune caratteristiche comuni, le due festività differiscono notevolmente per tradizione e significato.
Certo, il tema comune è quello della morte e sono entrambe basate sull’idea che gli spiriti ritornino in quel periodo dell’anno ma dal punto di vista del significato le due feste sono completamente differenti.
Le abitudini intorno a Halloween derivano dall’idea che gli spiriti siano malevoli (i bambini erano camuffati non per festa ma in modo da non essere riconosciuti e in qualche modo danneggiati), mentre nelle festività del Dia de Los Muertos, gli spiriti sono accolti con gioia: sono i membri della famiglia che tornano in mezzo ai vivi una volta all’anno, il 2 di Novembre.
Mentre Halloween è quindi una notte oscura di terrore e malizia, i festeggiamenti del Giorno dei Morti si svolgono per due giorni in un’esplosione di colori e gioia di vivere: in tutto il Messico si festeggia indossando costumi variopinti, si tengono feste e danze e si porgono offerte ai propri cari defunti.
2 – Non è (del tutto) di origine messicana
Il dia de Los Muertos ha origini antiche, nella Mesoamerica con gli Aztechi, i Toltechi e altre antiche culture che consideravano il lutto irrispettoso per il morto.
Per queste culture pre-ispaniche, infatti, la morte era una fase naturale nel lungo continuum della vita: i morti erano ancora membri della comunità, tenuti in vita nella memoria e nello spirito e che durante il Día de los Muertos, ritornavano sulla Terra.
Dall’alytra parte del globo, in Europa, Il Giorno dei Morti ebbe origine durante il nono secolo e fu introdotto in America Latina dai Conquistadores Spagnoli. Questa festa si fuse perfettamente con l’antica concezione della morte che già avevano nella cultura Atzeca: il risultato fu un mix di più culture differenti.
3 – è Patrimonio dell’Unesco
Grazie agli sforzi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Unesco) per l’educazione, la scienza e la cultura, il termine “patrimonio culturale” non si limita semplicemente ai monumenti ma esso include anche espressioni viventi di tradizioni culturali tramandate di generazione in generazione.
Nel 2008, l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza di Día de los Muertos aggiungendo la festività alla sua lista di patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
4 – è una festa social
Il Dia de Los Muertos è una festa estremamente sociale: la folla di persone in festa si riversa nelle strade e nelle piazze pubbliche a tutte le ore del giorno e della notte. Vestirsi come scheletri fa parte del divertimento.
Le persone di tutte le età hanno i volti dipinti ad arte per assomigliare a teschi e, imitando la calavera Catrina, indossano abiti eleganti e fantasiosi e grandi cappelli.
5 – Il fulcro è l’altare
Il fulcro della celebrazione è un altare, o ofrenda, che viene allestito non solo nelle case private e nei cimiteri, ma anche nelle piazze.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non si tratta di altari per adorare, ma rappresentano la porta tra la vita e la morte: hanno lo scopo di accogliere gli spiriti nel regno dei vivi e in quanto tali, sono carichi di offerte, acqua per dissetarsi dopo il lungo viaggio, cibo, foto di famiglia e una candela per ogni parente morto.
Ogni elemento decorativo ha un significato ben preciso.
Il papado picado, strati di carta traforati o ritagliati a forma di scheletro, rappresenta il vento e la fragilità della vita ma il suo doppio colore (generalmente giallo e viola) sta ad indicare anche la dualità della vita e della morte. I semi rappresentano la Terra, le candele il fuoco.
Il fumo dell’incenso, ricavato dalla resina degli alberi, trasmette le preghiere e purifica l’aria attorno all’altare.
Altri oggetti che sono collocati sull’altare includono teschi di zucchero, spesso con il nome della persona inscritto nella parte superiore, il pan de Muertos, un pane speciale che è fatto appositamente per la stagione, e cempasuchil (calendule) che fioriscono proprio in questo periodo dell’anno.
In alcuni villaggi, i petali di calendula vengono posati a creare un sentiero dal luogo di sapoltura all’altare in modo da guidare le anime verso la loro casa.
In alcune comunità, è consuetudine trascorrere l’intera notte nel cimitero, ma non è vissuto come una cosa triste, piuttosto come una festa: si cena, si suona musica, si parla e si beve tutta la notte.
6 – Significato dei Calaveras
Quindi, che cos’è una calavera? Prima di tutto, calavera è la parola spagnola per dire teschio, ma nella cultura messicana ha un significato molto più profondo.
Le calaveras le vedi in tutto il Messico, sono ricorrenti nei disegni e nelle incisioni delle rovine preispaniche degli Aztechi e dei Maya fino ad oggi dove vengono rappresentati in graffiti, in vestiti, in gioielli e nei tattoo.
Anche se è possibile vedere calaveras durante tutto l’anno, li si vede più spesso durante la stagione di Los Dias de Los Muertos. I calaveras ci ricordano di celebrare la nostra vita e la nostra mortalità, di guardare al passato e al futuro, ma rimanendo nel presente.
Sono un modo per riconoscere che la vita è sacra, e che la morte, “La Muerte”, è solo un altro rito di passaggio, non meno sacro della vita stessa.
Anche la morte è viva. L’inevitabile non deve essere temuto o evitato: deve essere abbracciato e festeggiato. Più di ogni altra cosa, i calaveras ci ricordano di vivere
ogni momento al massimo, di affrontare la nostra mortalità con un sorriso, con il coraggio e di credere nell’immortalità.
Durante i Los Dias de Los Muertos i calaveras si mangiano!
I calaveras infatti sono anche caramelle a forma di teschi. Sono originariamente fatti di zucchero bianco, ma oggi se ne trovano anche a base di cioccolato o di qualsiasi altra cosa dolce.
Questi calaveras dolci vengono posti anche come offerta sull’altare dei defunti.
Insomma è una cosa deliziosa, fatta sia per i vivi che per gli spiriti.
C’è però anche un secondo tipo di calavera: un poema umoristico che racconta una storia.
Con questi versi popolari si scherza su politici viventi o deceduti, su personaggi famosi o sulle persone care mentre ci si prende gioco della morte.
Insomma, scrivete calaveras per i vostri migliori amici per dimostrargli quanto li amate!
Ah e non dimenticatevi di includere la Muerte!
7 – Chi è la Calavera Catrina?
La prima apparizione della Signora della Morte, ovvero dell’immagine onnipresente del Dia de Los Muertos, risale alla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi la quale aveva il ruolo di proteggere le ossa dei morti.
La sua seconda apparizione nella cultura messicana è una versione molto più vicina alla nostra moderna Calavera Catrina. Fu creata dal vignettista José Guadalupe Posada in un’acquaforte (una tecnica di incisione) “La Calavera Catrina”, creata intorno al 1910-1913 e che originariamente era conosciuta come “La Calavera Garbancera”.
Vestita di abiti francesi la Calavera Catrina è stata creata come immagine satirica: l’artista puntava a deridere i messicani indigeni che cercavano di emulare la raffinatezza dello stile europeo.
“Todos somos calaveras”, una citazione comunemente attribuita a Posada, significa “siamo tutti scheletri”: sotto tutte le trappole create dall’uomo, siamo tutti uguali.
8 – Esiste anche il cibo dei Morti
Sicuramente dopo il lungo viaggio per tornare dalla loro famiglia vivente, gli spiriti sono molto affamati e assetati.
Almeno questa è la credenza tradizionale in Messico: alcune famiglie addirittura pongono il loro piatto preferito dei loro cari sull’altare.
Il Pan de Muertos, o pane dei morti, è un tipico pane dolce (pan dulce), spesso caratterizzato da semi di anice e decorato con ossa e teschi fatti con la pasta. Le ossa a volte sono disposte in un cerchio, come nel cerchio della vita.
I teschi di zucchero fanno parte di una tradizione portata dai missionari italiani del XVII secolo. .
Tra le bevande, troviamo la pulque, una dolce bevanda fermentata ricavata dalla linfa dell’agave;l’ atole, un sottile porridge caldo fatto con farina di mais, con zucchero di canna non raffinato, cannella e vaniglia aggiunta e cioccolata calda.
9 – Viene celebrato in modi diversi
Innumerevoli comunità in Messico celebrano il Giorno dei Morti, ma il modo di festeggiare e i costumi differiscono a seconda della cultura preispanica predominante della regione.
Le festività tendono ad essere più colorate nella regione meridionale, in particolare negli stati di Michoacán, Oaxaca e nel Chiapas.
Nelle zone rurali, le celebrazioni sono per lo più solenni mentre nelle città più grandi sono molto più festose fino a diventare, a volte, anche irriverenti.
10 – Si festeggia anche in Italia!
Eggià, la comunità messicana in Italia è solita festeggiare il Dia de Los Muertos anche qui da noi. Sono tanti gli eventi che vengono organizzati in varie città del nostro Stivale.
Dove trascorrere il Dia de Los Muertos in Messico
Il dia de Los Muertos si festeggia in tutto il Messico. Queste tre destinazioni sono tra quelle più consigliate:
Pátzcuaro
Una delle celebrazioni più emozionanti del Giorno dei Morti si tiene ogni anno a Pátzcuaro, un comune dello stato di Michoacán a circa 225 miglia a ovest di Città del Messico.
Janitzio è una piccola isola nel lago Patzcuaro ed è facilmente raggiungibile in barca
da Patzcuaro. L’isola ospita il gruppo indigeno Purepecha che ha elaborati rituali per questo giorno. Ci sono processioni e musica, vengono eseguite danze popolari e le famiglie si riuniscono nel cimitero per passare la notte a cantare. Forse la vista più impressionante sono i pescatori nelle loro barche a remi con le torce che illuminano il lago.
Mixquic
Situato nella Delegazione di Tlahuac a Città del Messico (a sud-ovest del centro di Città del Messico) Mixquic è stato inghiottito dall’espansione urbana della megalopoli, ma conserva l’atmosfera di un villaggio rurale con forti radici indigene.
Le bancarelle sono allestite nei giorni precedenti le celebrazioni. Una processione attraversa la città con una bara di cartone e conduce al cimitero dove si svolge una veglia a lume di candela.
Merida
Se vi trovate nella penisola dello Yucatan, non perdetevi la festa nella città di Merida.
Nella lingua Maya, le celebrazioni del Giorno dei Morti sono indicate come Hanal Pixan, che significa “festa per le anime”: le famiglie si riuniscono per preparare un piatto speciale di pollo condito e avvolto in foglie di banana (chiamato pibipollo), che viene cotto sottoterra in una fossa.
Il piatto è apprezzato sia dagli spiriti, che si crede ne consumino l’essenza, sia dai vivi, che amano invece il gusto!
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Marisa Meri Angelino
meriangel59@gmail.com. Mi piace la storia messicana de Los Dias des Muertos.