Si è trattato di un lungo viaggio (un mese) quello che ha portato me e Massy a visitare i Balcani, partendo da Trieste attraverso la Slovenia, la Bosnia Erzegovina e la Croazia per rientrare poi in Italia con il traghetto da Spalato ad Ancona. Un viaggio incredibile, vissuto completamente on the road, che ci ha lasciato un’enorme nostalgia una volta tornati a casa.
L’emozionante nazione balcanica della Bosnia ed Erzegovina non è una destinazione molto frequentata, ma di sicuro tutti quelli che ci vanno vogliono visitare la piccola Mostar. Mostar è la “competitor” di Sarajevo per quanto riguarda il turismo ed è molto probabile che sia visitata ancora di più della capitale per il semplice motivo che è facilissimo raggiungerla anche dalla Croazia, da Dubrovnik soprattutto, con una semplice gita di un giorno.
Mostar infatti si trova a circa 130 km dalla capitale Sarajevo e, ugualmente, a circa 130 km da Dubrovnik da percorrere su una strada bella, ben tenuta e senza alcun intoppo: in pratica, poco più di 2 ore ad andare e poco più di 2 ore a tornare.
Per me, più che Sarajevo, visitare Mostar è stato un pugno nello stomaco: oggi Mostar è una cittadina molto bella nel cui mezzo scorre la Neretva, con un quartiere ottomano ben restaurato, negozi di artigianato, ristoranti e bancarelle che vendono souvenir. All’apparenza sembra una cittadina tranquilla e turistica, ma se gratterai sotto la sua superficie e ti sposterai dalla zona più turistica, ti accorgerai che è qui che si sente, se possibile, ancora più forte l’atmosfera di una guerra che ha lasciato strascichi e fratture profonde non ancora colmate.
All’inizio della guerra i bosniaci e i croati combatterono insieme contro il nemico comune, i serbi. Ma quando nel 1993 con i “piani di pace” la comunità internazionale invece di sanzionare l’aggressione, premiava l’occupazione, i croati si affrettarono a cercare di prendersi la “propria parte” della Bosnia Erzegovina. Quelli che fino a ieri erano gli amici, di colpo diventarono i nemici. La distruzione del Ponte Vecchio fu l’apice di tutto questo e la popolazione ancora non ha dimenticato. Ancora oggi visitando Mostar ti accorgerai del fragilissimo equilibrio su cui si regge la Bosnia.
Mostar è piccola e si visita tranquillamente in un solo giorno. Io e Massy in realtà ne abbiamo pianificati due, uno dedicato solo a Mostar, mentre il giorno seguente lo abbiamo dedicato ai suoi dintorni.
Questo itinerario di Mostar di un giorno ti porterà attraverso i luoghi che rendono questa piccola città una vera perla, perché fidati che lo è davvero! E nel caso avessi del tempo in più, ti darò anche alcune idee sui luoghi da visitare nelle vicinanze.
In questa pagina:
Cosa vedere a Mostar in un giorno: mappa e consigli
Come dicevo, Mostar è piccolina e quindi un giorno intero è più che sufficiente per visitarla. Questi consigli comunque (e l’itinerario che trovi qui sotto) ti aiuteranno a sapere già in anticipo cosa vedere e come ottenere il massimo dalla tua visita.
Prima di partire: se vuoi conoscere un po’ di più della guerra dei Balcani (e non si può visitare Mostar senza aver alcuna conoscenza di quello che è successo), ti consiglio di leggere il libro “La guerra in casa” di Luca Rastello. Lo trovi su Amazon qui.
Dove alloggiare a Mostar: hai un sacco di scelte, valuta dove sono stata io, il Shangri La Mansion che ha parcheggio e sei in centro. In alternativa dai un’occhiata al
Villa For You, l’altra mia scelta preferita.
Fai un free tour: per me è stato un must e se tornassi lo rifarei assolutamente. Sheva, la nostra guida, non è una guida, ma un ragazzo nato a Mostar che ha combattuto durante la guerra (in cui ha perso il suo migliore amico), che ha vissuto in Italia e parla italiano benissimo (con accento toscano, fantastico). Non è un tour in cui senti snocciolare solo date: lui ti parlerà anche della sua esperienza, dei retroscena e dei veri motivi che stanno dietro al conflitto, ti farà vedere le fotografie e ti farà notare cose che nessun altro a Mostar conosce. Insomma assolutamente da fare e se lo vedi, salutamelo!
Tra i ristoranti dove mangiare non avrai che l’imbarazzo della scelta. Noi abbiamo cenato in diversi posti e in tutti ci siamo trovati molto bene, ma il ristorante National Restaurant Cevabdzinica Tima Irma è uno di quelli in cui ci siamo trovati meglio. Non fissarti troppo su quale ristorante scegliere, ma provane uno che offra la cucina locale e resterai stupito.
Tra i piatti imperdibili ci sono i ćevapčići, picole salsicce di carne macinata imperdibile piatto dei balcani, la trota alla griglia, pescata direttamente dal fiume oppure la pljeskavica, che è un tortino di carne alla griglia (originario della Serbia, ma popolare anche qui) a base di manzo, talvolta servito ripieno di formaggio o panna.
Se hai tempo (te ne scrivo dopo) prendi mezza giornata per andare a Blagaj dove potrai visitare la Tekhjia Dervisha, un vero monastero derviscio.
1 – Ponte Storto (Kriva Ćuprija)
Poco prima dello Stari Most (il celeberrimo ponte, simbolo della città) si trova un grazioso ponte, anche se un pochino più piccolo e decisamente meno famoso. Si tratta del Kriva Ćuprija, il Ponte Storto.
La sua struttura è la stessa del più celebre Stari Most, ma questo piccolo ponte è in realtà ben più antico e la sua costruzione risalirebbe al 1558.
Per raggiungerlo attraverserai una parte un po’ meno turistica di Mostar e avrai modo di perderti tra stradine silenziose e appartate che ti mostreranno un altro lato della città bosniaca.
2 – Stari Most
Lo Stari Most, il ponte a schiena d’asino largo 4 metri e lungo 30, protetto da due torri chiamate in lingua locale mostari (custodi del ponte) è il simbolo di Mostar. Quando ti si para davanti con tutta la sua maestosità e la sua grazia ti sembra quasi di avere di fronte una foto o una cartolina.
La grande arcata che si riflette sulle acque della Neretva e il luccichio dei raggi del sole sulla pietra bianca locale tenelija, donano al ponte una sorta di aurea di sacralità. La sua costruzione risale al XVI secolo.
Il ponte fu commissionato dal sultano Solimano il Magnifico nel 1557 per collegare le due parti della città separate dal fiume. Prima di quel momento, qui, si trovava un semplice ponte in legno… che a detta delle testimonianze dell’epoca era piuttosto instabile per cui le persone avevano paura ad attraversarlo.
Del periodo della costruzione dello Stari Most non si sa molto e, anzi, spesso la storia si confonde con la leggenda. Si sa, però, che il costruttore fu Mimar Hayruddin, discepolo del celebre architetto ottomano Sinān, che venne incaricato di costruire un ponte maestoso dalle forme e dalle dimensioni senza precedenti, pena la morte.
Si racconta che il giorno in cui vennero tolte le impalcature, Mimar avesse già preparato tutto ciò che era necessario per il suo funerale. In realtà la sua opera fu per lungo tempo il ponte a singola arcata più grande del suo tempo e, ancora oggi, è un’opera dall’immenso valore la cui costruzione rimane tuttora, in parte, un mistero da svelare.
Lo storia dello Stari Most, però, è tristemente intrecciata anche ai giorni della guerra degli anni Novanta. Già nel 1992 le truppe serbe lo danneggiarono seriamente, ma fu il 9 Novembre 1993 il giorno più triste in assoluto. Le forze secessioniste croate, infatti, distrussero il ponte facendolo crollare.
Nonostante gli artefici di quel terribile gesto abbiano provato ad affermare più volte che la loro azione fu spinta dal fatto che il ponte fosse un obiettivo militare, è chiaro che l’intenzione fu principalmente legata a un fattore culturale: il ponte era il simbolo dell’unione tra le differenti etnie. Il Tribunale dell’Aia giudicò i colpevoli di aver agito spinti dal desiderio di demoralizzare la popolazione e distruggere uno dei simboli della sua identità culturale.
Una volta terminata la guerra si iniziò subito a lavorare per la sua ricostruzione utilizzando anche molti degli stessi blocchi di calcare recuperati dal fiume: lo Stari Most venne riaperto nel 2004 grazie anche a un importante contributo italiano.
Purtroppo, però, quello che una volta era il ponte che “univa”, oggi divide le anime della città. Se deciderai come ti ho consigliato di fare il free tour di Sheva, lui ti spiegherà nei dettagli quali siano oggi i sentimenti della popolazione di una città divisa in due: da una parte (sulla sponda destra del fiume) c’è la “Mostar croata”, sulla sponda sinistra la maggioranza è costituita dai bosgnacchi. Prima della guerra bosgnacchi e croati si sposavano e stavano insieme. Oggi, da quello che mi è stato raccontato, l’80% dei giovani croati non ha mai attraversato il Ponte Vecchio in tutta la sua vita.
Il Ponte Vecchio di Mostar è considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Una curiosità: passeggiando lungo la schiena d’asino del ponte incontrerai sicuramente alcuni giovani tuffatori pronti a lanciarsi nelle gelide acque della Neretva da ben 24 metri d’altezza. Questa usanza è una tradizione che continua dai primi giorni della sua costruzione e addirittura se ne ha testimonianza scritta alla fine del Seicento.
Dal 1968, ogni estate si tiene una vera e propria gara di tuffi e dal 2015 lo Stari Most è una tappa del Red Bull Cliff Diving World Series.
Ma attenzione che ormai tuffarsi è vietato. Per poterlo fare devi chiedere alla sede del Club dei Tuffatori che si trova vicino alla torre che ospita la mostra fotografica permanente War Photo Limited, una collezione di circa 50 potenti foto di guerra del fotoreporter neozelandese Wade Goddard.
Un’ultima cosa: per attraversare il ponte ti consiglio di utilizzare calzature adatte perché sia la sua pendenza, sia la scivolosità delle pietre possono rendere la passeggiata abbastanza complicata.
3 – Kujundžiluk
Kujundžiluk, il Vecchio Bazaar, è una delle aree più antiche del centro storico di Mostar e sicuramente una delle più suggestive. Nonostante oggi questa zona sia principalmente votata al turismo, la sua atmosfera e il suo fascino sono rimasti intatti e, passeggiandovi, sembra quasi di essere stati catapultati in un souk o in un bazar orientale.
Ai lati della strada acciottolata, lì dove in epoca ottomana sorgevano oltre 500 botteghe commerciali, oggi si trovano negozietti, caffè e ristoranti. Le abitazioni tipiche e le moschee aiutano a ricordare quello che doveva essere l’ambiente di un tempo e guardando bene è facile scovare ancora qualche officina dove si lavora il rame o si tessono tappeti.
Come il Ponte Vecchio, l’intero centro storico di Mostar è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
4 – Moschea Koski Mehmed Paša
Proprio di fianco al mercato sorge la bella moschea Koski Mehmed Paša.
Quella che è sicuramente la moschea più famosa e bella di Mostar fu costruita durante la seconda decade del Seicento per volere di Mehmed Koskija, cronista del gran visir Lala Mehmed Sokolovic.
Per entrare all’interno della moschea si attraversa un grazioso cortile dove si trova la fontana delle abluzioni. Successivamente si entra all’interno che, vedrai, è davvero molto sobrio, ma non per questo poco elegante. L’unica cupola, infatti, presenta alcune semplici e delicate decorazioni che rappresentano soli, tulipani, rose, garofani e altri fiori che donano all’ambiente un’atmosfera naturale e ordinata.
Se deciderai di visitare la moschea sappi che potrai anche scalare il claustrofobico minareto per ammirare il panorama di Mostar dall’alto. Sia la visita alla moschea, sia la salita sul minareto sono a pagamento.
Prima di lasciare la moschea ti consiglio di fare un’ultima cosa. Sul retro dell’edificio c’è un parapetto affacciato sul fiume Neretva: raggiungilo per goderti un bellissimo colpo d’occhio sullo Stari Most e per scattare qualche foto.
5 – Il Mercato
Tra questi miei consigli su cosa vedere a Mostar voglio inserire anche il piccolo mercato del centro storico dove quotidianamente si riuniscono gli agricoltori per vendere i propri prodotti.
La posizione del mercato è proprio di fianco alla moschea Koski Mehmed Paša.
Quello che localmente viene chiamato Tepa è proprio un piccolo mercato coperto che viene raggiunto tutti i giorni dai contadini locali con frutta e verdura fresca.
I profumi sono quelli di una volta e tra i suoi banchi spiccano i colori di uva, fichi, pomodori e altre bontà che oltre ai turisti attirano anche parecchie vespe e api.
Oltre alla frutta e alla verdura qui troverai anche miele, confetture e tante bottiglie di Rakjia, la “grappa” locale che i venditori non esiteranno a farti assaggiare prima dell’acquisto.
Insomma, se sei alla ricerca di un souvenir autentico da portare a casa con te, questo è il posto giusto!
6 – Museum Of War And Genocide Victims
Durante la tua visita a Mostar ti suggerisco di visitare il Museo delle vittime di guerra e genocidio per comprendere meglio ciò che qui è accaduto agli inizi degli anni Novanta.
All’interno di questo museo, infatti, vengono ripercorsi i fatti e gli avvenimenti della guerra che interessò il Paese dal 1992 al 1995.
La missione di questo luogo è quella di tenere vivo il ricordo di quanto accaduto attraverso testimonianze, racconti, fotografie e oggetti personali di coloro i quali hanno vissuto sulla propria pelle quei giorni e quell’orrore e delle stesse vittime che sono state e continuano tutt’oggi a essere ritrovate abbandonate in fosse comuni.
Si tratta di una visita molto toccante e a tratti difficile che riempie gli occhi e il cuore di tristezza e dolore. I video sono potenti e crudi, ma aiutano a riflettere e a conoscere l’orrore della guerra senza nascondersi dietro al puro egoismo o all’indifferenza.
Inoltre, visitare il museo ti aiuterà a capire un po’ meglio anche la situazione attuale della città e dell’intero Paese dove non tutte le tensioni sono ancora davvero risolte e l’equilibrio è ancora molto fragile.
7 – Bišćevića Ćošak
Non lontano dalla moschea Karađozbeg si trova un’altra interessantissima visita che vale la pena inserire all’interno di un itinerario in città, quella alla Bišćevića Ćošak, una splendida dimora ottomana.
La casa della famiglia Bišćević fu costruita nel 1635 ed è stata oggi perfettamente restaurata per farne un vero e proprio piccolo percorso museale capace di raccontare la vita di una volta al suo interno. La sua posizione la rende una costruzione piuttosto ardita per l’epoca: l’abitazione, infatti, sporge sulla Neretva sostenuta da due grandi pilastri di pietra a strapiombo sul fiume. Di certo la vista è davvero spettacolare!
Per entrare all’interno dell’abitazione si oltrepassa un grande portone in legno e poi un tranquillissimo cortile che sembra lontano anni luce dal trambusto del centro storico di Mostar. La porzione di casa che si può visitare è piccolissima, ma permette di ammirare preziosi oggetti di mobilio originale con intarsi davvero splendidi, tappeti e altre decorazioni in stile ottomano che trasportano dritti con la fantasia a mondi lontani.
Il museo si compone di tre sale: la camera destinata alla coppia sposata, la stanza delle donne e la stanza degli uomini. Il piano inferiore dell’abitazione è privato ed è ancora oggi abitato dai proprietari dell’immobile.
Nel giardino, inoltre, è possibile notare la cucina e il bagno che, come in tutte le case ottomane, sono sempre separate dal resto della dimora per ragioni di igiene e sicurezza.
Una volta terminata la visita, se vorrai, potrai fermarti a sorseggiare un caffè turco nel cortile per goderti ancora un po’ l’atmosfera magica e pacata di questo angolino speciale di Mostar.
In città, oltre alla Bišćevića Ćošak, esistono anche altre dimore ottomane visitabili: Casa Muslibegovic e Casa Kajtaz. La prima, oltre a essere un Monumento Nazionale, è anche un hotel.
8 – Moschea Karađozbeg
Un’altra moschea da vedere a Mostar è la moschea Karađozbeg, una delle più grandi della regione dell’Erzegovina. L’edificio fu eretto nel 1557 sopra ai resti di un’antica chiesa cattolica per volere di Mehmed Bey Karagöz, fratello del generale e politico Rüstem Pascià. La moschea è costruita in stile classico e presenta una grande cupola di circa 10 metri di diametro.
Per accedervi si attraversa prima un cortile dove si trova una bella fontana e poi un portico interno sormontato da altre tre cupole più piccole. Anche in questo caso gli interni sono piuttosto austeri e decorati con semplici ed eleganti motivi floreali.
Il minareto di questa moschea è uno dei più alti della città.
Purtroppo la moschea Karađozbeg subì gravissimi danni durante la guerra degli anni Novanta e fu riaperta al pubblico solo nel 2004 dopo ingenti lavori di ricostruzione e restauro.
9 – Museo dell’Hammam
Infine, un ultimo consiglio sulle cose da vedere a Mostar è l’interessante Museo dell’Hammam. Si tratta di un’attrazione non troppo nota, ma che comunque vale la pena raggiungere visto anche il prezzo irrisorio per l’ingresso.
Il museo è ospitato all’interno dell’unico hammam ancora esistente della città. Questo fu costruito tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.
Oggi al suo interno è possibile conoscere la tradizione del bagno turco legata non solo a una questione di igiene personale, ma anche alla religione islamica e all’importanza del benessere psicologico e mentale.
All’interno del museo sono presenti alcuni oggetti tradizionali ed è possibile assistere a un breve video che mostra come avviene l’intero rituale.
Cosa vedere nei dintorni di Mostar
Se hai più di un giorno a Mostar, una buona anzi ottima idea è quella di dedicare una giornata visitando due dei luoghi più importanti dei suoi dintorni: il Blagaj Tekke e le cascate di Kravice che puoi facilmente vedere una al mattino e la’ltra al pomeriggio senza correre troppo.
1 – Blagaj Tekke
Blagaj Tekke, noto anche come Monastero dei Dervisci, è uno storico monastero sufi situato a Blagaj, a pochissima distanza da Mostar, situato sotto un alto monte di roccia a picco e sulle rive del placido fiume Buna.
A parte la sua locazione che è impressionante, con l’alta scogliera di roccia alle sue spalle, il monastero ha anche un’enorme importanza culturale: fu costruito intorno al 1520, con elementi di architettura ottomana e stile mediterraneo, e servì come loggia e luogo di ritiro spirituale per i culti dei dervisci durante l’impero ottomano.
Troverai vicino un parcheggio dove lasciare la macchina e a poca distanza potrai entrare e visitare il Tekke. Dopodiché, attraversa il fiume per godere della bellezza del luogo dove è stato costruito. Troverai una marea di ristoranti/bar sulla riva del fiume dove fermarti per un aperitivo sorseggiando una birra.
2 – Cascate di Kravice
Un anfiteatro alto 25 metri e lungo 150 dal quale l’acqua si tuffa in una piscina naturale di acque cristalline. Le cascate di Kravice, situate sul sul fiume Trebižat, a circa 40 chilometri a sud della città di Mostar,sono la perfetta gita di un giorno dalla città.
All’arrivo troverai un grande parcheggio dove lasciare la tua auto. Da qui camminerai lungo una facile strada a serpentina che scende lungo il versante oppure potrai tagliare lungo i pendii fino ad arrivare a questo piccolo paradiso: la vegetazione lussureggiante che circonda le cascate, tra cui fichi, pioppi e altra flora, si aggiunge alla sua serena bellezza, rendendola un’oasi di tranquillità.
Qui troverai nell’ordine: gente venuta a fare il bagno, un ristorante/bar e un noleggio di piccole barche con le quali fare il giro del lago. Il posto sinceramente non è grandissimo e l’acqua è veramente gelata anche in estate, però rimanere all’ombra degli alberi e osservare la natura e la gente che ti gira intorno, valgono la pena di arrivare fino a qui.
Che tu sia un amante della natura, un fotografo o semplicemente qualcuno alla ricerca di un posto bello e rilassante, la cascata di Kravice è assolutamente da vedere se ti trovi in Bosnia ed Erzegovina. È particolarmente bella in primavera, quando la cascata è al massimo a causa dello scioglimento della neve.
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