Ho scoperto quel luogo magico che è Badia di Moscheta grazie all’invito per un trekking a cavallo sull’Appennino tosco-romagnolo in occasione del 3° “Memorial Enzo Mingozzi”che si tiene ogni anno tra Giugno e Luglio a Palazzuolo sul Senio: un evento dedicato a coloro che amano i cavalli, la natura e il cibo buono.

Inutile dirvi che mi sono innamorata di Badia di Moscheta a prima vista: già lo avete capito. Quando si tratta di luoghi autentici circondati dalla natura molto difficilmente riesco a non cadere vittima del loro fascino.
Storia di Badia di Moscheta
Badia di Moscheta è un’abbazia costruita dai monaci benedettini all’inizio dell’anno 1000 per dare rifugio e un posto in cui riposare ai viandanti che attraversavano l’Appennino. Si trova in un contesto da fiaba, tra prati e boschi secolari di castagni: da qui il suo nome che deriva da Mons Ischetus, cioè monte degli ischi (querce dolci).

Pare che il fondatore della Badia, San Giovanni Gualberto fosse anche un tipo ganzo che oltre a combattere le ricchezze e il potere del Clero dei tempi era anche uno che faceva miracoli. Sono molte le storie e le leggende che girano intorno alla sua figura: pare che avesse la capacità di far cessare le tempeste e di riempire sacchi di grano che non si svuotavano mai oppure di rendere pacifici gli orsi della foresta che depredavano il bestiame dei contadini.
Insomma San Giovanni Gualberto è considerato ancora oggi uno dei grandi riformatori della Chiesa e dopo la sua morte, visto lo stretto rapporto che aveva con la natura e gli animali, fu proclamato patrono dei forestali d’Italia.
Badia di Moscheta ha avuto un’esistenza altalenante che ha visto periodi di enorme splendore ad altri di totale abbandono ed incuria.
Costruita appunto intorno all’anno Mille e oggi di proprietà della Regione Toscana, la Badia all’inizio comprendeva, oltre al complesso per pregare, anche un ospitale per i poveri, orti, stalle e anche una farmacia. Alcune testimonianze dicono anche che i monaci praticassero l’apicoltura e producessero il miele conoscendone le proprietà curative e che utilizzavano per curare gli ammalati.
Chiunque arrivasse qui trovava ospitalità, un letto e cibo. Pellegrini e viandanti venivano ospitati per 3 giorni: il fuoco scoppiettava acceso giorno e notte per dare un caldo rifugio a chiunque ne avesse bisogno.
La Badia dalla sua fondazione arrivò al massimo del suo splendore nel XIII secolo ed era considerata una delle abbazie più floride di tutta la Toscana.
Il suo declino cominciò nel secolo successivo a causa della terribile peste che arrivò anche qui in questa oasi di bellezza in mezzo alla natura e ai boschi.

L’abate se ne andò, l’abbazia versava nell’abbandono alla mercè di briganti e ladroni che portarono via quasi tutto il suo patrimonio.
Dalla prima metà del 1400 però Badia di Moscheta ricominciò a risplendere. Fu affidata agli Abati Commendatari, laici o religiosi a cui veniva affidato il compito di prendersi cura delle proprietà ecclesiastiche. Cominciò nuovamente un periodo florido e la Badia riscoprì la sua importanza, tanto che Lorenzo il Magnifico nominò “abati commendatari” alcuni tra i suoi uomini più fidati.
Nel 16° secolo l’Abbazia fu nuovamente abbandonata e verso la metà del 1700 fu venduta all’asta e divenne una fattoria, finché alla fine degli anni ’50 fu comprata dallo Stato e divenne bene demaniale.
La mia esperienza a Badia di Moscheta

Arriviamo nel piccolo paese di Borgo San Lorenzo, a circa mezz’ora da Firenze, durante il primo pomeriggio e troviamo Giovanni, il proprietario del maneggio di Badia di Moscheta, ad aspettarci con il suo onnipresente cappello da cowboy calcato profondamente sulla fronte.
Andiamo veloci a prendere un caffè e a comprare le ultime cose che ci serviranno per il pranzo al sacco dell’indomani durante il trekking a cavallo e poi via in macchina verso Badia di Moscheta.
Quando arriviamo non posso fare a meno di innamorarmi a prima vista dell’Appennino: i colli sono ricoperti da una fitta foresta: il verde cupo degli alberi è addolcito dal verde chiaro e delicato di ondulati pascoli dove simpatici cavalli Haflinger con le loro criniere bionde pascolano tranquillamente.
Non sembrano badare troppo al rumore del motore dell’auto che infrange il confortevole silenzio che avvolge la valle.
Appena scendiamo dall’auto veniamo accolti dai 5 simpatici cani di Giovanni: Sasso, Gandalf, Nero, Sansone e Zanna ci salutano con le code scodinzolanti e abbai di benvenuto. Da dietro i vasi di gerani disposti con cura davanti all’entrata del chiostro spunta anche un paffuto gatto rosso.
All’ingresso del chiostro dell’abbazia si trova una lunetta con tre simboli: San Pietro (a cui la Badia è dedicata) un istrice e la quercia dolce (farnia). I tre simboli hanno un significato ben preciso: rappresentano il mondo del sacro, delle piante e degli animali.

San Pietro rappresenta la lotta alla ricchezza del Clero che San Giovanni Gualberto combatteva; la farnia, cioè la quercia dolce, rappresenta la natura e le piante: la quercia dolce prende il suo nome dalle sue ghiande dolci dalle quali anticamente i monaci ricavavano anche una specie di caffè.
L’istrice, che è rappresentato con gli aculei abbassati, rappresentava il tipo di vita umile e di convivenza pacifica del monaci.
Il Ristorante

Anche i proprietari dell’adiacente ristorante ci accolgono sorridenti, ci fanno sedere sotto le fronde degli alberi e stappano una bottiglia di rosso per noi:
Badia di Moscheta è definitivamente il luogo in cui sentirsi a casa!
C’è una cosa che chi viene in Toscana deve assolutamente fare: degustare un Chianti. E qui al ristorante di Badia di Moscheta c’è una cantina intera di bottiglie tra cui scegliere!
Nonostante la stanchezza e la voglia di correre subito in camera a farmi una doccia, decido di rimandare ancora di qualche minuto il riposo e accompagno Giovanni a prendere i cavalli nel pascolo per il trekking del giorno successivo. Appena lo vedono, arrivano galoppando giù dalla collina, ansiosi di ricevere carezze e ovviamente sperando anche in qualche carota (saranno accontentati).
La cena al ristorante è superlativa: si vede che i proprietari fanno di tutto per mantenere le tradizioni culinarie della zona: dalla celeberrima bistecca fiorentina, per cui il ristorante è famoso in tutta la regione, alle delicate verdure fritte nella pastella, ai ravioli di ricotta e spinaci conditi con il burro e la salvia.
Come antipasto vengono portati vassoi di affettato misto tipico toscano: la “frisolona”, il prosciutto stagionato, il salame e vari formaggi.
Tutti i prodotti che vengono serviti al ristorante di Badia di Moscheta arrivano da un raggio di 100 km dall’Abbazia: questo per evitare inquinamento, aiutare l’ economia locale ed incentivare al consumo di prodotti di stagione e “local”.
Insomma anche l’esperienza culinaria qui è un’immersione profonda nella tradizione locale.
Il menù del ristorante varia quindi a seconda delle stagioni dell’anno e dei prodotti che la natura offre. Nei periodi “giusti” potrete degustare tagliatelle (rigorosamente fatte in casa) con il sugo di funghi, mentre in altri potreste assaggiare il tartufo DOC.
La carne alla griglia in Toscana è un must. Qui potrete assaggiare salsicce, bistecche fiorentine, il “Peposo” ovvero il cinghiale in umido, pancetta, tutto rigorosamente da carni della cooperativa agricola di Firenzuola (CAF).
Il maneggio

Quando arriverete nei pressi di Badia ve ne accorgerete immediatamente dai pascoli ondulati in cui vivono decine di simpatici cavalli Haflinger che brucano tranquillamente l’erba in totale libertà.
Sono i cavalli del maneggio di Giovanni che si trova proprio adiacente a Badia di Moscheta e che organizza trekking sia da poche ore che da giorni interi attraverso l’Appennino.
Tutti i trekking sono accompagnati da Guide Ambientali Equestri riconosciute dalla Regione Toscana e sono adatti praticamente a tutti visto il carattere docilissimo dei cavalli.
Giovanni è un “uomo di cavalli” da tutta la vita e conosce i suoi cavalli perfettamente uno per uno. Saprà subito alla prima occhiata a quale cavallo affidarvi.
Gli Haflinger sono cavalli super affidabili anche per chi è un principiante. Hanno il passo sicuro sui sentieri, sono cavalli resistenti, pacati e dolcissimi, ma quando vogliono sanno anche diventare molto vivaci. Se un cavaliere ha esperienza sono i classici cavalli che come diciamo noi “se li cerchi li trovi”.
E poi come si fa a resistere alle loro criniere bionde che hanno sempre fatto invidia a tutti gli allevatori di altre razze equine e al loro carattere tutto particolare che rende l’Haflinger un cavallino inconfondibile?
Dove Dormire: l’Agriturismo e il campeggio (gratuito)

Il modo migliore per vivere Badia di Moscheta è senza dubbio trascorrerci almeno un paio di notti. Questo vi darà il tempo di viverla intensamente, assaggiare i suoi piatti gustosi, fare lunghe passeggiate nei boschi e passeggiate con i cavalli di Giovanni.
Non preoccupatevi perché dormire li non è un problema. C’è un campeggio gratuito allestito con bagni e corrente elettrica e delle camere confortevoli in cui passare la notte.
Io sono crollata sul letto, ero stanca morta e ho dormito come un sasso fino al mattino successivo. Le camere sono dotate di bagno e servizio di cortesia. E il silenzio che regna intorno va beh quello mica lo si può spiegare.
Informazioni Utili
Come Arrivare
Badia di Moscheta si trova in provincia di Firenzuola in Toscana.
Potete arrivare auto da Firenze lungo le seguenti strade:
- Via A1/E35 (autostrada) uscendo a Barberino del Mugello. Tempo di percorrenza 1 ora e 20.
- Via SR65 e SP503 passando da San Piero a Sieve. Tempo di percorrenza circa 1 ora e 30
- Via SR302 passando da Borgo San Lorenzo. Tempo di percorrenza 1 ora e 30.
Contatti
Telefono: 055 814 4015
Mail: badia.moscheta@gmail.com
Per Trekking a cavallo: maneggiomoscheta@libero.it
Disclaimer: sono stata a Badia di Moscheta in occasione dell’evento “Palazzuolo Cavalli” che si tiene ogni anno tra la fine di Giugno e i primi di Luglio a Palazzuolo sul Senio. Un evento dedicato a tutti gli amanti dell’equitazione, della buona compagnia e del buon cibo. Da Badia di Moscheta siamo partiti di buon’ora con un trekking sull’appennino fino a Palazzuolo in mezzo a degli scenari fantastici. L’hashtag ufficiale dell’evento è #palazzuolocavalli e per me ormai è un evento segnato indelebile sul calendario. Il prossimo anno mi auguro di incontrarvi tutti li!
alessandro iula
Ciao Martina, ho dato un’occhiata al tuo sito: è interessante, coinvolgente e tu descrivi moto bene le tue esperienze. Io non sono un grande viaggiatore ma credo che alla Badia di Moscheta,di cui ho scoperto l’esistenza leggendo qui, farò un salto molto presto. Buona giornata.
Ale
Emarti
Ciao Ale, scusa il ritardo ero fuori Italia! Badia di Moscheta ti piacerà, sarai completamente immerso nella natura…salutami Giovanni dei cavalli se lo vedi :)
Alice
Ciao, sembra un posto bellissimo, lo prenderò in considerazione per il prossimo viaggio :)
Emarti
Ottimo!
Antonella
Negli anni 60 gli zii di mia mamma vivevano all’interno dell’Abbazia e curavano anche la piccola chiesa. In quegli anni vi ho passato diverse estati ed ho dei bellissimi ricordi, mangiavamo nella grande cucina che si affacciava nell’orto e dormivamo nelle camere al piano superiore.
Emarti
Che meraviglia Antonella, è un posto davvero magico <3