Palmyra è uno dei siti di maggior interesse storico di tutta la Siria. Una volta oasi di fondamentale importanza per le colonne carovaniere che percorrevano la via della seta, è oggi Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, ma sfortunatamente in questo momento Palmyra, come tutto il resto della Siria, è chiusa agli stranieri a causa della violenta guerra civile che affligge questo meraviglioso paese.
A distanza ormai di 4 anni, quello che mi viene subito in mente quando ripenso alla visita di Palmyra, durante il mio viaggio fai da te in Siria, è il sole a picco incandescente e un leggero vento caldo incapace di portare sollievo alla calura.
Il colonnato di Palmyra visto dall’alto del castello
Palmyra nasce dal deserto e quando la si vede per la prima volta non ci si riesce a capacitare del fatto che qui una volta, in questo luogo lungo l’antica via della seta, ci fosse un’oasi verdissima, con cascatelle d’acqua fresca ed alte palme (da qui il suo nome), in cui le carovane dei mercanti si fermavano a riposare durante il cammino dall’Asia Minore fino al Mediterrane trasportando i loro preziosi carichi.
Le origini della città sono oscure, alcune fonti affermano che Palmyra (chiamata dai siriani Tedmor) esistesse già ai tempi di Re Salomone. Se di questa tesi non si hanno certezze, si può comunque affermare con discreta sicurezza che uno dei suoi periodi di grandezza e di indipendenza si ebbe grazie ai traffici ed alle connessioni che aveva con le grandi città Nabatee come Petra.
Palmyra – colonnato
Palmyra raggiunse il suo massimo splendore nei giorni in cui fece parte dell’Impero romano ma i suoi abitanti non si sentirono mai appartenenti all’impero e a metà del terzo secolo, la regina Zenobia, convinta dell’importanza della città nel mondo antico, osò sfidare Roma.
Il resto ve lo potete immaginare. Nonostante fosse ancora in una posizione strategica per i commerci la città aveva cominciato il suo declino.
Sono arrivata a Palmyra sotto un sole cocente dopo le tre ore di viaggio più scomode e polverose di tutta la mia vita, stipata su un furgoncino da 9 persone sul quale eravamo in 15 più una gabbia di polli più schiacciati di noi. Scesa dal furgone i 45° C delle due del pomeriggio mi hanno preso alla gola con due mani costringendomi a cercare un minimo di refrigerio in un locale in cui mi è stato servito un “lauto” pranzo a base di olive e formaggio. Non poteva cominciare meglio.
Durante la visita di Palmyra
Ma quando ho cominciato a percorrere l’antico colonnato che unisce quello che era il principale tempio funerario della città antica con il tempio di Ba’al, quasi un chilometro più lontano, ho capito che ero stata una privilegiata ad arrivare fin lì, nonostante il caldo e le scomodità.
Il tempio di Ba’al, grazie alle sue dimensioni, alla cinta muraria e allo stato di conservazione è uno dei monumenti più straordinari del Vicino Oriente romano dopo Baalbek (in Libano). Proseguendo da lì lungo l’antico colonnato ci si riesce ad immaginare come doveva essere ai tempi del suo splendore, con le botteghe ai lati della strada, i carri dei cavalli che percorrevano la via, i mercanti che facevano affari e stringevano nuove amicizie.
Nel sito archeologico si possono ammirare i resti di quello che erano gli antichi bagni pubblici, l’ agorà, i quartieri residenziali e il teatro, mentre al di fuori della cinta muraria meritano sicuramente una visita le antiche tombe funerarie.
Tramonto sul deserto Siriano
Da Palmyra se si alza un po’ lo sguardo si vede la collina su cui sorge l’antico castello arabo. Da lassù, alll’ora del tramonto si può godere di uno spettacolo da togliere il fiato, quando il sole tuffandosi nel deserto accende di una calda luce rosata l’ocra dei colonnati e dei templi dell’antica città sottostante.
Cercate di visitare le rovine molto presto alla mattina oppure verso sera quando non fa troppo caldo e quando la luce conferisce all’intero sito un’affascinante atmosfera.
Bellissima questa città e bellissime le tue foto. Peccato solo per la situazione che c’è ora in Siria, ti invidio (in senso buono ovviamente) per avere avuto la fortuna di visitarla prima della guerra, chissà quando sarà ancora accessibile a noi turisti!
Ciaooo Silvia, grazie che gentile! Dai dai incrociamo le dita e speriamo che prima o poi anche tu riesca ad andarci, è un paese meraviglioso, speriamo non sia andato tutto ditrutto! Incrocierò le dita per te, ma soprattutto per tutto il popolo Siriano 🙂